La Maremma, il Pecorino Toscano DOP del Caseificio Sociale Manciano e dieci pizzaioli. Questi gli ingredienti de La mi’ pizza al Toscano DOP l’evento organizzato lo scorso sabato a Capalbio, con il contributo della Regione Toscana, nell’ambito delle iniziative di promozione e valorizzazione del Pecorino Toscano DOP.
Ai pizzaioli intervenuti è stato chiesto di creare una pizza utilizzando almeno una delle tipologie di pecorino del Caseificio Sociale Manciano: il delicato Pecorino Toscano DOP Amico del Cuore, il più intenso Pecorino Toscano DOP stagionato 12 mesi e il Pecorino Toscano DOP Rosso Petti di Manciano, trattato in crosta con doppio concentrato di pomodoro toscano fornito dal Gruppo Petti e olio extravergine di oliva Toscano IGP di OL.MA Collegio Toscano degli Olivicoltori. Oltre al formaggio, per rafforzare la “toscanità” di queste pizze, a loro disposizione anche il pomodoro del Gruppo Petti, azienda della provincia di Livorno che produce conserve di pomodoro 100% toscano e le farine del Molino Parri di Rigomagno, in provincia di Siena.
Al forno, durante l’intera giornata, si sono alternati i pizzaioli locali Giacomo Fusi della Pizzeria Doppio Zero di Manciano, Fabio Pettorali della Pizzeria Il Melograno e Pietro Camerota della Pizzeria Mon Amour entrambi di Grosseto. Ma anche pizzaioli da fuori provincia come Melchiorre Cafiero della Pizzeria Ci si trova lì di Venturina, Domenico Felice della pizzeria Ti do una pizza di Firenze, Paolo D’Urzo, pizzaiolo partenopeo in arrivo dalla pizzeria La Veranda di Siena. E pizzaioli “spicchiati” come Gabriele Dani di Disapore La Pietra pizzeria contemporanea di Cecina, MarioCipriano, in arrivo dal ristorante-pizzeria Il Vecchio e il Mare di Firenze, Gabriele Tonti, titolare di Ghevido a Sesto Fiorentino e Gloria Basagni, in rappresentanza di Menchetti, panificio dal 1948 con sede a Cesa Marciano della Chiana, in provincia di Arezzo.
Molto diverse le pizze proposte durante la serata, da quelle cotte in forno a legna a quelle sfornate dall’elettrico, dalla pizza in napoletana, alla pizza in pala, fino alla pizza al vapore, di mare e di terra, ma sempre con un protagonista assoluto: il pecorino.
Tra le pizze assaggiate, tutte di ottimo livello, ce ne sono state alcune veramente interessanti.
Come la fresca la Marinara Gialla di Gabriele Dani con base pomodoro di zucca, ossia salsa di zucca in acqua di pomodoro, scaglie di pomodori pelati Petti essiccati, stracciatella di Pecorino Toscano DOP Rosso Petti di Manciano, alici di Cetara e zest di limone, aglio e origano.
O la Pizza Maremmana di Fabio Pettorali, con pomodori datterini pelati Petti e pomodori datterini Azienda Sfera, bufala affumicata, rigatino di Cinta senese biologico della Tenuta di Paganico e pecorino in due varianti: scaglie di Pecorino Toscano DOP stagionato 12 mesi e crema di Pecorino Toscano DOP Amico del Cuore per farcire il cornicione.
Anche se la più maremmana di tutte è stata senza dubbio la Buttera di Gabriele Tonti farcita con sugo alla Buttera (salsiccia di maiale e di cinghiale, cipolla bianca stufata e ristretto di pomodori pelati Petti), Pecorino Stagionato DOP 12 mesi grattugiato, olive riviera, timo, germogli di porro.
Molto originale la pizza Nuvola cotta a vapore di Mario Cipriano con farina macinata a pietra, fonduta di Pecorino Toscano DOP, polpo croccante, sabbia di lamponi e zest di tartufo fresco, che si è fatta notare per un insolito accostamento di prodotti del mare e della terra.
Per fortuna non ci sarà bisogno di aspettare la prossima edizione di questo evento gustoso per sperimentare l’abbinamento pizza e pecorino poiché le pizze ideate per questa occasione saranno presto inserite nei menù dei rispettivi pizzaioli.
Quindi… non resta che tornare ad assaggiarle tutte!
A condurre l’evento Marco Gemelli e Federico Bellanca, autori di Toscana da Bere (Ed. Forchettiere), un libro-guida tra i luoghi e i protagonisti della miscelazione toscana .
La cena inizia con un classico della napoletanità, Pizza Fritta con scarola riccia, olive taggiasche, capperi, alici Delfino di Cetara e pecorino, a cui viene abbinato l’Aromatic Champagne, cocktail champagne con Champagne Bergère, Brandy Quattrino e Bitter Angostura Taccola. Con una pizza fritta, nessun accostamento sarebbe stato più azzeccato di un drink con bollicine, utili per sgrassare e ripulire il palato.
La prima delle tre pizze in assaggio è l’originale Pizza allo Zafferano, con fiordilatte de Il Casolare, una base di crema di patate con zafferano, zucchine, carote, melanzane fritte e peperoncino verde. Lo zafferano esalta i sapori ed è il filo conduttore dell’abbinamento con il cocktail Sweet Saffron, rivisitazione a base zafferano dell’Hanky Panky, realizzata con Gin e Zafferano del liquorificio Re dei Re, Vermouth Rosso Taccola e angostura.
Si continua con la Puttanesca, una pizza colorata a base pomodoro San Marzano, con provola affumicata, pomodorini rossi e gialli del Piennolo, alici Delfino di Cetara, olive taggiasche e capperi fritti che danno croccantezza. Una pizza che ricorda i sapori mediterranei, forte e decisa, abbinata per contrasto ad un twist di Gin Tonic con Gin toscano Ginepraio, tonica e aggiunta di erbe aromatiche tra cui il timo, per richiamare la pizza e, soprattutto, il profumo della macchia toscana.
L’ultima pizza è la Parmigiana con pomodoro San Marzano, fiordilatte de Il Casolare, mulignane (melanzane fritte), parmigiano e basilico. In abbinamento il Negroni a 4 un grande classico tra i cocktail, il Negroni, proposto per l’occasione con un quarto ingrediente: Gin Senensis, Bitter Taccola, Vermouth Rosso Taccola e Cynar 70 gradi, che che valorizza il pairing riprendendo le note vegetali delle melanzane sulla pizza.
La cena si chiude con la Delizia al Limone, dolce tipico della tradizione amalfitana e sorrentina con pan di spagna, crema chantilly al limone e bagna al limoncello. In abbinamento la Vodka alla canapa Solo Per Pochi prodotta a Firenze, scelta come accompagnamento per le sue note aspre e citriche che ricordano quelle del dessert.
La serata è inizia con una Bruschetta di baguette homemade con melanzane sott’olio e pomodorini datterini della Mediterranea Belfiore e lardo di calamaro, abbinata ad un Twist di Bloody Mary a base di acqua di pomodoro PachinEat, marmellata di peperone, succo di limone, amaro alle arance e g
Si prosegue con una Montanarina con pomodoro san marzano, bufala affumicata, basilico, parmigiano e polvere di capperi che viene accompagnata dal Dirty Martini con gin botanico Morelli, Vermouth dry, salamoia di olive, oliva e rosmarino, che con la sua secchezza è in grado di ripulire e “sgrassare” il palato dalla pizza fritta.
La prima vera pizza in assaggio è La Gourmet, cotta al vapore, soffice all’interno e croccante all’esterno, farcita con gambero crudo marinato agli agrumi, ricotta, spinacino, polvere di bucce di pomodoro essiccate abbinata per “somma” di acidità al cocktail Bitter Lemon Fizz, twist di Gin Fizz, preparato con Limoncino DiVino Morelli, Bitter bianco, Soda.
La tradizione incontra l’innovazione quando la Margherita Verace, impasto e cottura della verace, consistenza morbida, con pomodoro san marzano, mozzarella fior di latte, pecorino romano e basilico, è abbinata alle note dolci del cocktail Rabarbarotto, con Rabarbaro e China Morelli, diluito con Soda.
L’ultimo assaggio è la Marinara gialla, leggermente croccante, con salsa di pomodoro datterino giallo, aglio di Nubia, stracciatella, acciughe di Cetara, limone e origano fresco, accompagnata dall’Orange lady. Il cocktail, variante del White Lady, a base di gin botanico Morelli, amaro alle arance Morelli e limone, è scelto proprio per le sue note citriche che ben si sposano con l’acidità dei datterini.
Per concludere, la Dolce Margherita, pizza di fine pasto, con base croccante zuccherata, pomodori canditi e speziati (zucchero, cannella, chiodi di garofano, vaniglia), mousse di mozzarella di bufala dolce, basilico fresco e polvere di caffè, che viene servita da un cocktail che è quasi un secondo dessert, lo Sweet coffee, variante del White Russian, con gin botanico, liquore al caffè e in sospensione panna profumata all’amaro alle arance Morelli.
E anche a Giovanni Saviozzi della Pizzeria Farina del Mio Sacco, a Mirko Tellini della Pizzeria Stinchi, a Carmine Offreda della Pizzeria Martino e naturalmente ai fratelli D’Auria, della pizzeria omonima e di Pomodoro e Mozzarella.





La degustazione con la Scarola, pizza bianca con mozzarella campana Dop, scarola saltata, olive taggiasche, capperi di Pantelleria, alici del Cantabrico, che niente ha da invidiare alla tradizione napoletana.
Il secondo assaggio è la variazione di una pizza presente nel menù, la Stracciatella e bottarga, proposta senza stracciatella ma con mozzarella campana Dop, zucchine alla scapece dell’azienda La Suvera Bio di Pievescola (Si) e bottarga di di muggine di Orbetello Presidio Slow Food, omaggio nostalgico alle vacanze estive che Stefano trascorreva in Maremma con la famiglia.
La terza proposta è la Shitake, salsiccia e fonduta, una pizza a base bianca con mozzarella campana Dop, fungo shitake dell’azienda La Suvera Bio, salsiccia dell’Antica Macelleria Marzini di Colle Val d’Elsa (Si), fonduta di pecorino di Pienza e rosmarino. Una pizza dal gusto forse più invernale… ma perfetta per questa primavera che si fa desiderare.
Si prosegue con la Lardo di Colonnata in rosso (altra variazione di una pizza presente in carta), con mozzarella campana Dop, pomodorini ciliegino confit dell’azienda La Suvera Bio, lardo di colonnata dell’Antica Macelleria Marzini a e rosmarino. Molto delicata e… anche bella da vedere!
Ultima, ma non per bontà, la Bufala in giallo e rosso, con mozzarella di bufala di Agerola, pomodorini del Piennolo gialli e rossi dell’azienda Virtuna 1934 di Ercolano (Na) e basilico fresco, vivace al gusto e all’occhio.
Prima della pizza assaggio un’ottima Montanarina classica, con pomodoro San Marzano, parmigiano e basilico (pendendomi di avere ordinata solo una!).
Ordino così una pizza Doc con pomodorini del piennolo del Vesuvio dop, mozzarella di bufala di Battipaglia dop, parmigiano Reggiano dop 24 mesi, basilico, olio evo e una Ischia con fiordilatte, prosciutto crudo di San Daniele 27 mesi, rucola, scaglie di parmigiano Reggiano dop, basilico, olio evo. Davvero due buone pizze napoletane, gustose e ben digeribili, con un bel cornicione soffice e tondo… come la O d Giotto!
Un posto in cui tornare sicuramente, per a qualità della pizza, per i prezzi onesti e per poter assaggiare la frittura all’ischitana e la pizza Cucuziell e Purpietill!




















