Dalla Toscana al Giappone: l’ultimo viaggio “oltre la pizza” di Apogeo.

Oltre le pizze degustazione, oltre le cene a quattro mani, oltre i topping “stellati” semplicemente oltre la pizza è il viaggio in quattro tappe che Massimo Giovanni della Pizzeria Apogeo di Pietrasanta (Lu) ci ha invitato a fare a partire dallo scorso Gennaio.

Un viaggio sul confine tra pizza e cucina, tra lievitazioni e fermentazioni, percorso in compagnia di quattro chef (e amici): Damiano Donati del Punto e Benedetto Rullo del Ristorante Giglio, entrambi a Lucca, Francesco Piacentini della Locanda di Mezzo di Barga e Masaki Kuroda del Serendepico di Gragnano.

IMG_3565 2All’appuntamento inaugurale con Damiano Donati ero presente anche io (come ho raccontato qui) e per nessuna ragione mi sarei persa le sperimentazioni “nipponiche” della serata di chiusura con Masaki Kuroda.

Iniziamo con una doppia entrata: cozza sur lie e mochi di mare. La cozza sur lie è una cozza gratinata con panko, servita su una cialda di lievito madre colorata al nero di seppia con maionese al mentaiko e lime. Nello stesso piatto anche il mochi di mare, una sfoglia di mochi soffiato su cui è servito il gambero rosso marinato allo yuzu con crema di formaggio, yuzu e erba cipollina.

IMG_3549

Si prosegue con due assaggi fritti, in cui ingredienti italiani si mixano con le tecniche di frittura giapponesi e viceversa. Assaggiamo una pizza fritta di riso mochi, lievito madre e tè verde, servita con del dentice marinato allo zenzero insaporito da fiocchi di palamita affumicata ed essiccata ed erba cipollina. L’interpretazione giapponese invece è un pane in tempura, impastato all’Apogeo, con semi di finocchio e umeboshi, insalatina mista e pagello seccato al sole con salsa yuzu.

IMG_3559

Ma si può privare un pizzaiolo della sua pizza? Certo che no! Ed ecco che arriva anche la pizza in una speciale versione nipponica. La proposta è infatti di una pizza al vapore con alga wakame tritata nell’impasto, farcita con palamita marinata con alga kombu e condita con salsa di soia, zenzero e spuma di pomodoro e alghe kombu, con aggiunta di alghe in polvere.

IMG_3572

L’ultima portata è il raviolo di lievito madre ripieno di anguilla al carbone, cotto “come il tordello versiliese” (cit.) e poi condito con fondo di anguilla, salsa di soia, pepe sansho e fiori di sambuco.

IMG_3578

La cena si chiude con un doppio dessert italo-giapponese: il bomboloncino al cacao ripieno di purea di fragole e la frittella mochi con una salsa di cioccolato bianco, miso in polvere, frutti di bosco e zucchero giapponese.

IMG_3587

Nei calici, per accompagnare la serata, i vini de Il Calamaio, giovane azienda lucchese, presentati da Samuele Bianchi, ingegnere di professione, vignaiolo per passione, nonché fondatore dell’azienda.

Già dal menù potevamo intuire che il viaggio “oltre continente” pensato da Massimo e Masaki ci avrebbe sorpreso e non poco. Ma oltre allo stupore, si è aggiunta la soddisfazione per una cena inaspettata, originale e anche molto divertente per il palato e non solo!

Adesso non ci resta che aspettare la prossima destinazione, sperando che il viaggio #oltrelapizza continui.

Pubblicità

A Rimini, le pizze “allegre” de Il Cortile in Centro.

Dopo anni passati ai forni delle migliori pizzerie dell’Emilia Romagna, tra cui Sp.accio, ‘O Fiore Mio e QBio, Ivan Signoretti ha deciso di tornare a fare pizza nella sua Rimini dove da pochi mesi ha inaugurato, insieme al socio Thomas, la sua prima pizzeria: Il Cortile in Centro.

Il locale è moderno e molto curato, evidente frutto di uno studio importante (e ben riuscito) sull’immagine. L’atmosfera è quella industrial del cemento, dei tubi e degli arredi di ferro e legno personalizzata da alcune note “jungle” (cit.) come le piante in sospensione.

IMG_0930
L’ambiente è suddiviso in due sale e nella più piccola anche il laboratorio e zona forno -elettrico-, tutto a vista.

Il menù, che in apertura dedica una pagina al lievito madre, è diviso in pizze classiche, tra cui anche pizze vegetariane e vegane, e in pizze gourmet, qui chiamate “perle del cortile”. La base di ogni pizza può essere scelta tra quattro impasti: il classico con farina tipo 1, il grano spezzato e farro, i quattro semi (lino, sesamo, girasole e chia) e farina integrale e l’idrolisi di grano, che però è disponibile solo il mercoledì.

Inoltre, anche tre pizze pensate per i bambini (più semplici e… più piccole!), qualche proposta di cucina e una selezione di insalate, oltre ai divertenti dessert prodotti per Il Cortile da una pasticceria locale.

La carta delle bevande è quasi a km0, con acque e bibite bio Galvanina e i vini dell’Azienda Agricola Fiammetta azienda di città, nel riminese, e le birre artigianali (sia alla spina che in bottiglia) del Birrificio La Cotta, nel cuore del Montefeltro. Sotto ad ogni pizza, così come è indicato l’impasto più adatto, è consigliato anche il vino o la birra da abbinare.

Ordiniamo quattro pizze differenti, che decidiamo di condividere, così da poter provare più combinazioni.

Iniziamo con una Macaone, pizza con fior di latte, straccetti di burrata, mortadella Bonfatti Presidio Slow Food, granella di pistacchio di Bronte con impasto grano spezzato e farro.

IMG_0892

Proseguiamo con Melitea, pizza con pesto di basilico alla genovese, mozzarella di bufala STG, pecorino scoparolo e pomodoro pachino, con impasto ai quattro semi e integrale.

IMG_0896

La terza pizza è la Papilio, pizza con passata San Marzano, fior di latte, pecorino scoparolo, culatello, riduzione di San Giovese superiore di Romagna, mantenendoci su un impasto tradizionale.

IMG_0923

Chiudiamo con la Adela, con fior di latte, straccetti di burrata, alici del Mar Cantabrico, pomodorini secchi e origano di Pantelleria. Anche in questo caso seguiamo il consiglio del pizzaiolo e scegliamo l’impasto grano spezzato e farro.

IMG_0906

Gli impasti sono molto leggeri, le pizze sono croccanti e morbide, generose nei condimenti. Ma soprattutto, queste pizze sembrano così… allegre! I piatti di servizio celesti e i fiori decorativi tra gli spicchi, danno alle pizze quel tocco vivace e un po’ naif che fa piacere agli occhi. La mia preferita? La pizza Adela, nei colori e nei sapori sicuramente la più briosa.

Come recita il menù de Il Cortile in Centro la pizza è un’esperienza di felicità, e la nostra esperienza, questa sera, è stata sicuramente felice.


IL CORTILE IN CENTRO

Via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 17/19 – Rimini

Tel. 327/5959602

Pizze da 6€ a 16€, pizza Margherita 7€.

Oh Romeo, Romeo, che bella scoperta che sei Romeo!

L’occasione per andare finalmente a cena da Romeo – Pizza & Bistrot si è presentata una domenica sera quando ero in cerca di una pizzeria abbastanza ampia da ospitare una tavolata di oltre venti persone, che non fosse il classico locale da “giro pizza” tutto quantità e niente qualità e che desse la possibilità di vedere la partita di calcio del giorno (senza volume, fortunatamente!).

La pizzeria si trova a Pisa, sul Lungarno Mediceo e i locali che la ospitano hanno una storia secolare. Probabilmente costruiti durante il medioevo (l’edificio attuale mostra i segni di quella che fu una casa torre), divennero le stalle del seicentesco Palazzo Roncioni, adiacente alla pizzeria. Di questo passato resta traccia nell’ampiezza dei volumi, nelle volte a botte e nelle pareti in sasso e mattone. Tavoli e sedie colorati e tutti diversi danno un tocco di modernità a questo ambiente di per se già molto affascinante.

6549b0b8-78f2-4945-a83a-61c15ca3e00cIl menù delle pizze si divide in pizze classiche, pizze speciali e focacce che simpaticamente hanno nomi che ricordano la città di Pisa e la “pisanità” (personaggi, luoghi, avvenimenti). A parte, la carta con le pizze del giorno. Ogni pizza può essere richiesta anche con impasto senza glutine.

Oltre che nella genesi dei nomi, il legame con il territorio lo si ritrova nella scelta di alcuni prodotti tra cui i formaggi di Friscu, il caseificio di città, e i salumi Bernardini Gastone, norcineria della provincia pisana, e nella selezione dei vini della Tenuta Agricola Torre a Cenaia e le birre di J63 – Birrificio Agricolo Artigianale, sia alla spina (6 vie) che in bottiglia.

6d061865-dcdb-49eb-a460-eaf0d515667fDato il numero di commensali, pensiamo che la soluzione migliore per la serata sia quella di lasciare che il pizzaiolo ci proponga le pizze che preferisce e nell’ordine che ritiene più giusto. Noi ci limiteremo a condividerle.

Ed è così che ci vengono servite: pizza lardo, gorgonzola e pere caramellate, pizza con cacciucco di polpo e burrata, pizza con salame toscano, stracchino e pistacchio, pizza con capocollo, noci, ricotta e olio tartufato, pizza con salame di cervo, pomodorini e grana, pizza con carciofo, pecorino fresco e pomodorini con aceto balsamico, pizza a base rossa con bresaola, rucola, grana e pinoli, pizza con salsiccia, friarielli, bufala e pomodorini, pizza vegetariana e pizza con cavolo cappuccio, porro, salsiccia e cipolla di Tropea. Inoltre, dei canestrini fatto con pasta della pizza e ripieni di trippa alla pisana. Minimo comun denominatore di queste pizze è l’impasto realizzato a partire da farine macinate a pietra, l’utilizzo -anche- del lievito madre e la cottura in forno a gas.

5b7cf3e1-5ac2-4e06-bf8a-f668782f33acLe pizze assaggiate durante la cena sono state talmente tante che è difficile trovare la migliore. Molto delicata la lardo, zola e pere, leggera quella con i carciofi freschi e pecorino, insolita quella con cacciucco e burrata. Davvero originale il cestino di trippa! In generale comunque tutte fragranti, leggere e molto digeribili.

Fino a poco tempo fa questa pizzeria aveva un altro nome e si rivolgeva ad una clientela più variegata, che comprendeva anche i gruppi di adolescenti in festa il sabato sera. Da qualche tempo però Matteo, alla guida di questo locale, ha deciso di cambiare direzione, ha puntato molto di più sulla qualità delle materie e sulle lavorazioni (non solo pizza ma anche cucina ed hamburger) ed è riuscito così a proporre un’offerta non scontata in città. Bravo!


ROMEO PIZZA & BISTROT

Lungarno Mediceo, 15 – Pisa

Tel. 050/541098

Pizze da 5€ a 12€, pizza Margherita 5,50€.

Massimo Giovannini e Damiano Donati, insieme oltre la pizza.

Che Massimo Giovannini avesse voglia di andare “oltre la pizza” lo si era già capito nel 2015 quando nel suo giardino aveva dato vita alla prima edizione di Lieviti d’Autore, un’intima ma ben curata manifestazione dedicata alla pizza di qualità e alla birra artigianale.

Dopo Contaminazioni, l’evento benefico che si è svolto lo scorso Luglio, organizzato dalla neonata Associazione Pizza & Peace  di cui Massimo fa parte, l’ultima pensata in casa Apogeo è un ciclo di quattro appuntamenti con altrettanti nomi noti della ristorazione lucchese (e non solo). In occasione di ogni cena, lo chef e il pizzaiolo padrone di casa, si scambiano tecniche, idee e sapori con l’obiettivo, appunto, di andare oltre la pizza, facendo “lievitare il pensiero creativo” (cit.).

Giovedì 25 Gennaio si è tenuta la prima di queste cene e ad inaugurare il ciclo è stato Damiano Donati del Punto di Lucca, premiata come Trattoria dell’anno dalla Guida I Ristoranti d’Italia 2018 de l’Espresso.

IMG_0178 2

Il percorso proposto da Massimo e Damiano è un viaggio tra le lievitazioni, le fermentazioni e le rifermentazioni, che tocca non solo la cucina ma anche la scelta dei vini, curata da Rolling Wine, e-commerce di vini biologici e biodinamici.

Si inizia con un pane realizzato con doppio impasto di farina di ghiande e avena e di barbabietola rossa, patate e polenta, da “tuffare” nell’olio evo nuovo di Maremma.

IMG_0151

Dopo la prima “lievitazione”, la cena entra nel vivo con il crostone al cavolo nero e ortaggi di stagione. Il pane, preparato con l’estratto di cavolo nero e impastato con il lievito madre, è “decorato” da 12 verdure dell’orto, cotte separatamente e ciascuna in modo differente (crudo, vapore, spadellato). A condire, chutney di mela e polvere di barbabietola rossa e cavolo nero. Questo primo piatto è stato accompagnato da un calice di Camaleonte 2016 (Tai rosso e Garganega), dell’azienda veneta Siemàn, un vino bianco frizzante, rifermentato in bottiglia.

IMG_0157

Si prosegue sulla via della “fermentazione”, con i tacos di mais, verdure e legumi. Il taco è preparato con mais fermentato e al suo interno cavolo nero, broccolo romanesco e il fagiolo rosso di Lucca (Presidio Slow Food) pestato con succo di limone. In abbinamento un calice di Tibulato 2016 dell’azienda umbra Tiberi, un Trebbiano in purezza raccolto a mano e -dato il tema della serata- riferementato in bottiglia anche questo.

IMG_0182

E la pizza? Eccola che arriva. Pizza di castagne al vapore con pomodoro San Marzano DOP, lardo di Colonnata IGP ricotto per 15 ore sotto vuoto (in modo da renderlo più “scioglievole”) e ricotta ripassata in forno con gli aromi del lardo. Eccezionale! La pizza è accompagnata nuovamente da un vino veneto, il Tainot 2016 (Tocai Friulano, Pinot Bianco e Vespaiola) della cantina Matervi

IMG_0192

A chiudere la cena, i bomboloncini (fritti dalla cara Barbara!) ricoperti di zucchero e serviti caldi, assieme ad un bicchiere di The Thing il vino dolce dello spagnolo Alfredo Mestro.

IMG_0196

Un pizzaiolo e uno chef, la passione per la cucina e la loro voglia di sperimentare, e un’idea originale sono stati gli ingredienti di questo viaggio ben riuscito tra lievitazioni e fermentazioni, in cui ci siamo spinti, con grande soddisfazione per il palato,  #oltrelapizza.

Che forma prenderà adesso la creatività di Massimo e dei suoi ospiti? Lo scoprirete solo partecipando ad una (o a tutte!) delle prossime cene presso la Pizzeria Apogeo di Pietrasanta.

26166553_1266709296764528_6474497957469259070_n


PIZZERIA APOGEO

Via Pisanica, 136 – Pietrasanta (Lu)

Tel. 0584/793394

Pomodoro e Mozzarella, la pizza gourmet di Pisa?

Non ero ancora stata da Pomodoro e Mozzarella a Pisa e la scorsa domenica ho deciso di provarla. Aperta da qualche anno, ha recentemente cambiato nome e “stile”, con l’intento dichiarato di offrire un prodotto diverso e, azzarderei, unico per il momento in città.

Schermata 2017-10-17 alle 23.32.00La pizzeria, in pieno centro storico, ha preso il posto di un’osteria siciliana molto apprezzata, alla quale ero particolarmente affezionata. Della grazia del precedente locale però conserva solo il pavimento in cotto e il soffitto a volte, perché purtroppo la riorganizzazione degli spazi ha fatto perdere ampiezza all’ambiente e l’arredamento scelto (sedie in plastica, televisore a parete, illuminazione a giorno e un bancone imponente) non è esattamente quello che ti aspetteresti di trovare in una casa torre medievale.

Al forno Giuseppe D’Auria, che oltre ad avere il timone del suo locale è anche istruttore pizzaiolo e, soprattutto, “figlio d’arte”. Il padre infatti ha un’altra pizzeria in città ma Giuseppe, rispetto a lui, ha scelto di lasciare la strada della verace per proporre una “pizza gourmet“, come lui stesso la definisce: ad alta idratazione, farine macinate a pietra, lievito madre, maturazione a 72h, cura e creatività nei topping.

Il menù propone le pizze della tradizione ma settimanalmente è arricchito da un fuori carta interessante. Su richiesta, con una minima maggiorazione, si può ordinare anche l’impasto senza glutine. Oltre alle pizze, i fritti, tra cui panzarotti, arancini e zeppole, i panuozzi, la pizza fritta e una carta dei dolci molto partenopea.

Oltre a varie bibite, birra alla spina e vini toscani e campani. Purtroppo nessuna traccia di birre artigianali, che invece ben affiancherebbero una pizza di questo tipo.

Schermata 2017-10-17 alle 23.31.46Incuriosita dalla proposta gourmet, ho ordinato due pizze fuori menù, entrambe bianche. Una con fior di latte, fiori di zucca, stracciatella di bufala e acciughe del Mar Cantabrico e l’altra, su consiglio della ragazza in sala, con bufala campana DOP, pomodori arrostiti, battuto di basilico e pinoli.

Cottura “da maestro”, cornicione pronunciato e ben alveolato, bella presentazione. Oltre a questo anche molto buone! Sottolineo solo due scelte che non ho condiviso: i fiori di zucca che erano fritti (oltre a non essere indicato nel menù li ho trovati un po’ poco adatti alla “leggerezza” di quella pizza) e le fette di pomodoro arrostito che erano completamente fredde (anche se erano state arrostite in precedenza, forse avrebbero potuto rifare un passaggio nel forno, per evitare il raffreddamento immediato della pizza).

A completare il giudizio positivo, il fatto che sia una delle poche pizzerie aperte a Pisa la domenica sera dove non manca tra l’altro un servizio in sala cortese e sorridente.

Anche se cosa stabilisce che una pizza sia gourmet è ancora poco chiaro, ed è certo che non basti tagliare una pizza a spicchi per definirla tale, quella di Pomodoro e Mozzarella è sicuramente una buona proposta per Pisa e un ottimo punto di partenza (e di speranza!) per la diffusione in città di una cultura della pizza differente.

Avanti cosi!


POMODORO E MOZZARELLA

Via Domenico Cavalca, 28 – Pisa

Tel. 050/543629

Pizze da 5€ a 14€ , pizza Margherita 5,50€.

FullSizeRender

il conto

Cecio, una gran bella scoperta alle porte di Lucca.

Servizio al tavolo non previsto, bicchieri di plastica, nessuna toilette. Questi sono i tre aspetti negativi della pizzeria in cui sono stata a cena di recente.

Solo questi, perché per tutto il resto la Pizzeria da Cecio di Porcari (Lu) è un posto in cui tornare il prima possibile.

IMG_5860Andrea, per gli amici Cecio, è un ottimo padrone di casa e in qualche modo è l’amico che vorresti avere: curioso e appassionato, chiacchierone, molto ospitale e soprattutto abile pizzaiolo. Ha iniziato a mettere le mani in pasta nei weekend, per arrotondare il suo stipendio di operaio. Poi, quasi dieci anni fa, ha cambiato vita aprendo la sua pizzeria, dove è stato da subito capace di fare la differenza.

Da due anni è persino segnalato nella Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso.

La sua pizzeria è la sua casa ed è lì che Andrea passa ogni giornata, compresa quella di chiusura, preparando il lavoro per la settimana, sperimentando nuove cotture e provando ricette. Il tempo libero che riesce a ritagliarsi lo divide tra l’orto, sua seconda passione, e le visite ai laboratori dei colleghi, ormai diventati amici.

La pizza di Andrea è qualcosa che non ti aspetteresti di trovare lungo una statale di provincia, a 18 km dalla città: lievito madre, un impasto misto con aggiunta di enkir e farina integrale fornite dal Mulino Marino, selezione accurata delle materie prime (tra cui molte locali), stagionalità dei prodotti, presidi Slow Food.

Completa l’offerta una buona scelta di birre artigianali e alcune etichette di vini biologici.

Il suo estro si ritrova in ogni creazione: dalla cecina con i porri entrata di diritto tra i “best seller” della pizzeria, all metodo studiato per rendere croccante la pancetta nel forno a legna, fino ad azzardare una proposta molto toscana come la pizza con cinghiale.

La selezione di pizze è molto ampia e va da quelle della tradizione, alle gourmet, cambiando continuamente in base alla disponibilità degli ingredienti. Inoltre calzoni e focacce e qualche proposta dolce per i più golosi.

Schermata 2017-10-09 alle 22.17.09A cena in tre abbiamo voluto assaggiare la Pizza Bon Cecio, bianca con semi misti, ricotta della Garfagnana, pancetta porchettata e pepe selvatico del Madagascar, una Pizza Gourmet Bianca del giorno, con cavolo verza speziato al curry, capocollo di cinta senese Dop e provola (sostituita all’ultimo dalla bufala) e ovviamente una Pizza Margherita.

Tutte ben cotte, molto gustose e con un minimo comune denominatore: la sorprendente leggerezza dell’impasto!

Chiudiamo la cena con una fetta di “bauletto”, un lievitato con gocce di cioccolato cotto nel forno a legna, farcito con ricotta fresca e limone… buonissimo!

IMG_5864Tornerò certamente da Cecio, magari un Giovedi, quando Andrea propone ai suoi clienti l’impasto 100% enkir o  nel periodo natalizio per acquistare il suo panettone, sicuramente da non perdere.


PIZZERIA DA CECIO

Via Romana Est, 201 – Porcari (Lu)

Tel. 0583/299315

Pizze da 5,50€ a 14€, pizza Margherita 6,50€.

La Panacea, o le 100 ore di lievitazione.

IMG_0288Nata come pizzeria ma diventata celebre per le sue carni, la Panacea è uno dei pochi posti a Pisa dove alla pizza viene riservata qualche attenzione in più.

Il locale, appena fuori dalla città, ha una stanza unica per l’inverno ma si allarga in una veranda per le calde sere d’estate. Trovare un tavolo libero pare non sia cosa facile ma a onor del vero ieri pomeriggio alla prima chiamata sono riuscita ad assicurarmi un tavolo per cinque persone per la sera stessa.

Avvisati dal cameriere di un’attesa di minimo 20 minuti per le pizze (che si rivelano oltre 50!) ordiniamo un antipasto misto toscano e una caponata con fiammiferi di carne per calmare la fame dovuta ad una lunga giornata al mare e ingannare il tempo.

Il menù si apre con alcune premesse, che suonano più come “istruzioni per l’uso”: ogni variazione al topping ha il suo un costo, non si possono ordinare alcuni tipi di pizze che sono state lasciate volutamente fuori carta, non sono tonde ma ovali a causa dell’alta idratazione, l’impasto a lunghissima lievitazione (addirittura, pare, 100 ore!) costa 1 euro in più, il costo di un caffè come ci viene ricordato anche alla cassa. La lista delle pizze non è ampissima e sfogliando il menù nessun colpo di fulmine mi guida nella scelta. Come ultima è segnata una generica Pizza Gourmet che varia di volta in volta ed è aggiornata sulla lavagnetta in sala. Si possono ordinare pizze, baby pizze (solo Margherita e Wurstel) e taglieri composti da due gusti. Tutte le pizze sono cotte nel forno a legna.

Schermata 2017-07-03 alle 20.36.25Dopo una consultazione scegliamo queste cinque pizze: due Panacea, rossa con radicchio trevisano, noci bufala e olio tartufato (una ordinata anche con aggiunta di prosciutto crudo), la del Pastore, rossa con porri, pecorino, rucola e pomodori ciliegini, l’Amalfitana, rossa con prosciutto crudo, mozzarella di bufala e pomodori ciliegini e la Pinolina Bianca, con radicchio travisano, pinoli, rucola e salame toscano (sostituito da prosciutto crudo). Tutte richieste con l’impasto “superior”, ovvero un mix di farina di soia, riso e frumento e una lievitazione molto lunga con madre disidratata.

Schermata 2017-07-03 alle 20.33.31Non essendo amante delle rosse, mi dedico solo alla mia pizza che, come tutte le cose, ha dei pro e dei contro. Trovo l’impasto molto buono, ben lievitato, soffice, ben cotto. Probabilmente al momento è uno dei migliori impasti di zona. Una nota meno felice invece per il topping, ricco ma poco legato, scondito e (a) crudo (mea culpa l’aver pensato che almeno il radicchio sarebbe stato cotto). Ma sicuramente un abbinamento fresco e leggero per il primo weekend di luglio!

Da bere ordiniamo una bottiglia d’acqua, una birra media una bottiglia di Prosecco di Valdobbiadene e una di Pinot Grigio DOC Friuli Colli Orientali dell’azienda La Tunella e per chiudere un caffè.

Il personale è scherzoso ma formale allo stesso tempo, la pizza è buona, il conto è giusto anzi c’è puro uno sconto! Direi che anche se ci aspettavamo qualcosa in più abbiamo comunque tutte le ragioni per tornarci.


PIZZERIA LA PANACEA

Via Calcesana, 179 – Ghezzano (Pi)

Tel. 050/8771170

Pizze (classiche) da 5 a 14 € , pizza Margherita 5,50 €. (baby Margherita 4 €, tagliere Margherita 13 €)

FullSizeRender-5

il conto