La degustazione di pizze, quel motivo in più per tornare da Apogeo.

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Pizza al vapore

Il problema dei menù di certe pizzerie è che vorresti farti portare tutto quello che è in carta. Non sempre però le persone sedute a tavola con te sono disposte a condividere le proprie ordinazioni e così spesso finisce che ti devi accontentare di assaggiare una pizza sola, che per quanto buonissima non riesce a placare la tua voglia di pizza.

Per i palati più curiosi, una soluzione può essere quella proposta da Massimo Giovannini, alla Pizzeria Apogeo di Pietrasanta, che offre ai suoi clienti, in ogni momento e senza prenotazione, la possibilità di scegliere il menù degustazione.  Io l’ho provato e posso garantire il risultato!

E’ una sera di Giugno ed è la prima volta che ceno nel giardino del locale, tra l’altro appena rinnovato, con candele e un lounge bar a disposizione dei clienti. Veramente una bella atmosfera.

Siamo in due e iniziamo il viaggio di degustazione (a sorpresa!) con la pizza al vapore, cotta in due tempi differenti, prima in teglia al vapore appunto, poi è messa sottovuoto e successivamente è rigenerata in forno ventilato. L’impasto utilizzato questa volta è lo stesso usato per fare il pane, ovvero un mix di farine con aggiunta di semi. Il risultato di questa cottura è un leggerissimo disco di pasta alto, croccante (quasi “vetrificato”) all’esterno e molto soffice e vaporoso all’interno. Ci viene servita in due varianti: una con pomodoro San Marzano, origano di Pantelleria e olio EVO e l’altra con l’aggiunta di burrata pugliese, alici del Mar Cantabrico  e capperi di Pantelleria. 

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Tris di gusti

Proseguiamo con una pizza che si fa in tre, con un “gusto” migliore dell’altro. Un terzo è con crema di asparagi preparata con maionese di soia, gambero rosso di Mazara del Vallo cotto a bassa temperatura, filetto di pomodoro San Marzano cotto in forno con origano, olio, sale e asparagi sbianchiti, un terzo con bottarga, burrata pugliese, zucchine del loro orto saltate in padella e aromatizzate con zenzero e granella di nocciole; per finire, l’ultimo terzo è con crema di zucchine aromatizzate con salsa tandoori, pomodori secchi e prosciutto cotto San Giovanni. 

La degustazione potrebbe essere conclusa, ma a noi sembra giusto proseguire (e concludere) il percorso con l’ottima focaccia, presentata in doppia veste: metà con tartare di fassona, insalata, burrata pugliese e maionese e l’altra metà con porchetta, burrata pugliese, cavolo verza e l’olio della porchetta stessa. 

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Le focacce

Il tutto accompagnato dalle bollicine del Franciacorta Brut Cantina Villa Crespia, chiamato Simbiotico proprio per l’utilizzo esclusivo di uve simbiotiche. L’abbinamento ben riuscito per questa “orizzontale” di pizza.

Se oltre alla bontà delle pizze di Massimo, al sorriso di Barbara, sua moglie, e alla simpatia di tutto lo staff, avessi avuto bisogno di un altro buon motivo per tornare sempre più spesso da Apogeo, ecco… potrei averlo trovato con il menù degustazione!

 

 


PIZZERIA APOGEO

Via Pisanica, 136 – Pietrasanta (Lu)

Tel. 0584/793394

Il conto: 3 pizze in formula degustazione, due birre piccole alla spina, una bottiglia di “Simbiotico” Villa Crespia = 79 €

Pizze da 7,5 a 15 € , pizza Margherita 7,5 €.

I Tigli: pizza o non pizza. E’ questo il problema?

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Simone Padoan e la sua cucina a vista

Che la pizza sia nata a Napoli è un dato di fatto. Ma forse non tutti sanno che per mangiare la pizza più buona d’Italia è necessario uscire dalla Campania e spostarsi un po’ più a nord, a San Bonifacio, in provincia di Verona. O almeno questo è quello che ci è stato insegnato.

Che sia o no la migliore pizza, quello che è certo è che a Simone Padoan va il merito di avere inventato un nuovo tipo di pizza, la pizza gourmet, e per questo motivo cenare almeno una volta da I Tigli diventa quasi un dovere “scientifico”, prima ancora che un piacere.

Design mimal, accoglienza molto professionale, un’ampia sala unica dove oltre ai tavoli, al centro, c’è anche un grande bancone conviviale, una vetrata sul fondo che svela il giardino, ma soprattutto una cucina a vista dove ci si può incantare osservando la brigata al lavoro. Basta mettere un piede nel “ristorante di pizza”, come è stato definito, per capire fin da subito che ci si trova in un luogo unico per il suo genere.

E’ il sabato sera prima dell’apertura di Vinitaly, siamo al terzo turno di servizio, il locale è affollato. C’è un po’ di confusione e da piccoli dettagli si percepisce un po’ di stanchezza da parte del personale di sala (un esempio? il croissant di benvenuto, che è già stato servito a tutti intorno a me, mi viene portato in ritardo, contemporaneamente all’arrivo della prima pizza e, soprattutto, dietro mia richiesta.) Ripendandoci, forse non è stata l’idea migliore andare in visita al tempio della pizza proprio quel giorno, ma d’altra parte non capita spesso di trovarsi nei paraggi di Verona, quindi meglio approfittarne.

Il momento della scelta è quasi un rituale sacro, fatto di suggestioni, di dettagli, di ricordi e l’occhio che si posa sul menù de I Tigli ne resta abbagliato dalla bellezza delle proposte e dall’eccellenza degli ingredienti. Se è la prima volta che ci si trova seduti lì, come lo era per me, arrivati a quel punto, la curiosità si trattiene a fatica e si ha solo voglia di ordinare per scoprire il prima possibile com’è la famosa pizza di Simone Padoan. Oltre ad un menù di pizze straordinario per ricchezza e varietà, una carta di birre artigianali (anche alla spina) e di vini di tutto rispetto, che tiene conto di produzioni indipendenti e naturali.

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La Pane e Parmigiano

Seppur orfana del menù degustazione, ho comunque la fortuna di poter assaggiare due pizze differenti, accompagnate da un bianco del Collio firmato Franco Terpin. Scelgo la Pane e Parmigiano, con carciofi e culatello di Zibello Antica Corte Pallavicina e una Pizza del giorno con carpaccio di dentice marinato agli agrumi, silene e crema di pistacchio. Voglio chiamarle pizze anche se la distanza tra quella di Padoan e una Verace è la stessa che c’è tra il suo locale e una comune pizzeria. L’impasto, lievitato naturalmente, è usato semplicemente come base su cui “poggiare”, piatti cucinati sapientemente, come la faraona al forno o il maialino da latte, o crudité di mare, tra cui la sua più famosa è quella con gambero rosso crudo e burrata. Buono l’impasto e ancor di più il topping che però ho trovato “slegato” dalla sua base. Quelle di Padoan più che pizze a me sono sembrate opere d’arte culinaria, disegnate su una tela di farina lievitata.

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La Pizza del Giorno

Fingersi stupita dai prezzi sarebbe sciocco anche perché nessuno ormai arriva a I Tigli ignaro. Ma nonostante la bellezza e la bontà delle creazioni, o l’abilità, la sapienza e l’innovazione che si riconosce a questa cucina, non riesco ad attribuire all’esperienza il valore richiesto e non nascondo che, pur essendo preparata, vedere certe cifre nero su bianco associate ad un piatto tradizionalmente popolare mi ha provocato un leggero fastidio.

Il rimpianto,  conseguenza di una serata così “affollata”, è quello di non aver ordinato il menù degustazione. Ancora non riesco a fare pace con me stessa per aver scordato di richiederlo anche se mi sento di condividere la colpa a metà con la cameriera che mi ha servita, che così come si è scordata di propormi i piatti fuori carta (che avevo però origliato dai miei vicini), ha completamente omesso la possibilità di fare un percorso di assaggio tra varie pizze. Probabilmente potrei tornare ad essere serena solo se sapessi che non si è trattato di dimenticanza ma semplicemente di sospensione dei menù degustazione in serate di quel tipo. Purtroppo, non lo saprò mai.

O forse sì, basta tornare a cena a San Bonifacio. Senza fretta però.


I TIGLI

Via Caporosolo, 11 – San Bonifacio (Vr)

Tel. 045/6102606

Il conto: 2 pizze, una bottiglia d’acqua naturale, una bottiglia di “Quinto Quarto Bianco” 2015 Franco Terpin = 86 €

Pizze da 10 a 36 €, pizza Margherita da 8 a 22 €.

La Tana, pizze e cortesia dal 1968.

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La Trevisana

La Tana è una delle poche pizzerie storiche rimaste in attività a Pisa.

Aperta nel 1968, gestione familiare tramandata dai genitori ai figli, è uno di quei posti in cui tutti i pisani (e non solo) almeno una volta sono stati a cena.

Tra i fattori che hanno contribuito a renderla così “popolare”, sicuramente la posizione in pieno centro storico e i prezzi da sempre contenuti (anche dopo la ristrutturazione!).

Le pizze non possono certamente essere confrontate con le quelle sfornate dalle pizzerie gourmet che ci piace frequentare, ma nella loro semplicità riescono a essere più che soddisfacenti.

Il menù è diviso in pizze tradizionali, bianche, speciali e focacce ripiene. Tutte naturalmente cotte al mattone nel forno a legna. Oltre alle pizze, una scelta di antipasti e primi o secondi piatti preparati in una cucina quasi a vista.

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Bufala e porcini, Capricciosa e Margherita con il crudo.

Fanatica delle pizze bianche, ho sostituito la mia prima scelta (indisponibile per mancanza delle patate!) con una Trevisana senza pomodoro: mozzarella, grana e radicchio trevisano. Impasto basso e un po’ troppo croccante per i miei gusti, ma comunque gustosa.

Le altre pizze ordinate al mio tavolo, tutte rosse, avevano il cornicione un po’ bruciato ma sembravano ricche di condimento. Purtroppo non avendole assaggiate non posso dire molto di più.

Alla spina solo birra industriale ma la presenza in carta di una selezione del Birrificio Artigianale di Buti, piccola realtà della provincia, dimostra attenzione alla qualità e curiosità nei confronti di prodotti nuovi.

Gradita sorpresa: al momento del conto ci vengono offerti gli antipasti* arrivati con un po’ di ritardo!

Sebbene nel menù non abbia trovato niente di particolarmente stupefacente (ne’ per creatività, ne’ in termini di lavorazione o cottura) e la qualità della pizza rientri nella media delle pizzerie cittadine, la gentilezza del personale e l’attenzione verso il cliente* saranno il buon motivo per tornare a cenare a La Tana ancora una volta.

* nel bagno delle donne c’è persino un fasciatoio, cosa rarissima ancora in città.


PIZZERIA LA TANA

Via San Frediano, 6 – Pisa

Tel. 050/580540

il conto: 2 antipasti*, 4 pizze, 4 birre medie, 1 bottiglia d’acqua, 2 caffè = 51 euro

Non c’è solo il buon vino nel Chianti…

schermata-2017-03-05-alle-16-29-12Se per caso servisse un motivo ulteriore per prendere l’auto e fare un gita nel Chianti, oltre ai bellissimi paesaggi, ai vecchi borghi e al buon vino, la scusa potrebbe essere quella di mangiare una pizza da Lo Spela, a Greve in Chianti (Fi).

Sebbene da tempo avessi in mente di provare le pizze di Paolo Pannacci, non ero ancora riuscita ad assaggiarle perché ho sempre pensato a Greve come ad una meta, rispetto a Pisa, non troppo comoda da coprire in occasione di un una cena e non così sconosciuta da sceglierla come destinazione di un weekend. Fortunatamente, la scusa gustosa e indeclinabile è arrivata un venerdì di fine Febbraio,  in occasione dell’evento “Pizza Stellare“, che avrebbe visto come protagonisti gli impasti de Lo Spela, i topping della stellata Osteria di Passignano e i litri di Birra Brùton, birrificio artigianale della lucchesia.

Dopo un “rally” tra le vigne sotto una pioggia battente (mai fidarsi del navigatore!), arriviamo al locale poco prima dell’inizio della cena, giusto in tempo per poter fare un assaggio guidato dell’olio Dievole,  altro partner della serata. Tavoli collettivi, locale ampio e molto semplice nell’arredamento, menù fisso (ma niente ci vieta di sbirciare la carta), poco prima delle 21 iniziamo la cena.

Assaggiamo 4 pizze salate ed una dolce, tutte accompagnate da una birra artigianale differente.

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Margherita

La prima pizza, come dovrebbe sempre essere, è una Margherita: impasto di farina biologica, pomodoro biologico, mozzarella fiordilatte biologica, origano, olio extravergine di coratina. Molto buona. In abbinamento con Eva, Pils.

 

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La Campagna Toscana

Proseguiamo con La Campagna Toscana: Impasto con farina Petra aromatizzato, sfoglia di pere, pecorino toscano, spuma di baccelli, caviale di miele. Strepitosa. In abbinamento con Lilith, Pale Ale.

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La Regina a Passignano

Passiamo a La Regina a Passignano: impasto croccante con farina biologica e semola rimacinata senza lievito, pesto, pappa al pomodoro, cuore di mozzarella di bufala dop. Molto originale nell’idea ma in realtà non è una vera pizza ed è quella che a conti fatti mi convincerà di meno. In abbinamento con Bianca, Blanche.

L’ultima delle salate è La Pizza dell’Osteria: impasto con farina Petra e succo di mirtillo nero, carpaccio di anatra, buratta pugliese, emulsione di acciuga, mirtilli. A detta dei più, il pezzo forte. Io non amo l’anatra, ma questo impasto è stato assolutamente il migliore. In abbinamento con Stoner, Strong Golden Ale.

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La Pizza dellOsteria

La degustazione si conclude con La Pizza si fa Dolce: impasto con farina Petra, frutti rossi, spuma di ricotta aromatizzata al lampone, olio siciliano. A parte le adolescenziali pizza&nutella non mi era più capitato di mangiare una pizza come dessert e ho apprezzato la proposta, nonostante qualcosa (forse la spiccata asprezza dei frutti rossi o la base che ho trovato un po’ poco morbida?) non abbia funzionato. In abbinamento con 10, Barley Wine.

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La Pizza si fa Dolce

Il miracolo si compie alla fine della cena, quando gli impasti avanzati vengono infornati e il giro di pizze tra chi non ne ha mai abbastanza ricomincia!

Le ottime pizze, la professionalità e la simpatia  degli ospiti d’onore (Iacopo Lenci e Matia Barciulli), l’occasione per rivedere vecchi amici e fare nuove conoscenze, il prezzo “all-inclusive” (20 Euro compreso il caffè) hanno reso questa serata una bella serata da ripetere presto.


RISTORANTE PIZZERIA LO SPELA

Via Poneta, 44 – Greve in Chianti (Fi)

Tel. 055/850787

Metti un giorno, una pizza a pranzo a Faenza.

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‘a Pizza e Scarole

Cosa fare quando si è di ritorno da una trasferta di lavoro in Romagna, si è in viaggio verso la Toscana, è passato da poco mezzogiorno e ci si trova nei pressi di Faenza? Andare a pranzo da ‘O Fiore Mio!

E così, come già aveva fatto l’amica Luciana nel suo viaggio on-the-road tra le migliori pizze d’Italia , per scrivere il suo La Buona Pizza, decido di fare tappa anche io in questa pizzeria tanto giovane quanto celebre, tanto da essere da 3 anni sempre presente sulla Guida Pizzerie Gambero Rosso e sempre con il massimo dei voti!

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‘O Fiore Mio

Ambiente dai colori tenui, molto luminoso, all’ingresso un angolo con le eccellenze gastronomiche di zona, forno a vista e sul bancone che divide la sala il trono del lievito madre, “nato da una pera ubriaca, una pesca regina di Ottobre e 5 giuggiole”, come recita il menù. Ogni impasto è infatti lievitato naturalmente dalle 24 alle 48 ore ed è realizzato con il solo utilizzo di farine biologiche macinate a pietra nel Molino Mariani, scelto da Davide e Matteo, i creatori di ‘O Fiore Mio, perché gli permette di utilizzare i propri laboratori per ricerca e sperimentazione.

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Il lievito madre

Questa attenzione nella scelta degli ingredienti la si percepisce anche sfogliando il menù, che cambia trimestralmente, in cui una facile legenda mette in evidenza i Presidi Slow Food e i prodotti dell’Arca del Gusto utilizzati, oltre che indicare molto chiaramente i piatti vegetariani.

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Mastunicola

Non sono sola e quindi ho la fortuna di poter assaggiare due pizze tonde e purtroppo no, nemmeno questa volta una delle due è stata una Margherita. Ordino una ‘A Pizza e Scarole con mozzarella fior di latte, scarola, alici, pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP, olive di Gaeta e capperi di Pantelleria e una Mastunicola con mozzarella fior di latte, pecorino, battuto di lardo, pepe e basilico fresco. Bellissime agli occhi, commuoventi al palato.

‘O Fiore Mio Ore 12 è la proposta per il giorno. Per 12 euro si ha diritto ad una pizza a scelta (purtroppo in una lista ridotta rispetto a quella della sera), un bicchiere di vino o una birra piccola (alla spina anche un’artigianale del Birrificio La Mata), l’acqua, il caffè e il coperto. Un’ottima proposta per la pausa pranzo, che mi vedrebbe cliente fissa se solo fossimo più vicini… e non è una minaccia.


‘O FIORE MIO

Via Mura San Marco 4/6 – Faenza (RA)

Tel. 0546/667915

 

Una degustazione di impasti? Saporè.

Andare a cena da Renato Bosco, nei giorni di Vinitaly, per me è diventata una missione.  Soprattutto quando i tuoi colleghi ti coinvolgono in cene a base di tortellini in brodo e bolliti che rifiuti anche a Natale, soprattutto se sai che è difficile trovare un tavolo disponibile nei giorni in cui sembra che tutto il mondo sia a Verona, soprattutto se il Renatone (si scherza, eh!) ha un suo spazio dentro la Fiera dove quotidianamente, su più turni, propone e racconta le sue pizze e tu in 4 giorni di evento non riesci a staccarti dallo stand nemmeno 10 minuti per fare un salto a vedere di che si tratta. Cenare da Saporè diventa quindi una sfida, più che una missione.

Quest’anno l’occasione me l’ha fornita un amico birraio che, coinvolto con un taptakeover delle sue birre proprio nel locale di Bosco, mi ha invitato ad accompagnarlo. (e per questo: ancora grazie Francesco!)

Arriviamo appena prima delle 20, abbiamo un tavolo riservato, siamo in 6. Ma sopratutto capisco che siamo gli ospiti che stavano aspettando e immagino che non sarà una cena qualunque. Il locale è lo stesso di un anno fa,  la differenza è che stasera c’è Renato, che ci accoglie, si ferma a parlare un po’ con noi e ci introduce alla degustazione. Eh già, perché lui ha scelto per noi e ha pensato di proporci un’esplorazione dei suoi impasti. E dato che lui è uno dei maestri indiscussi delle lievitazioni, questa non può che essere una grande notizia.

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Iniziamo con un la Mozzarella di Pane con burrata, acciughe e puntarelle. La mozzarella di pane è un qualcosa che non sembra nemmeno pizza, un panino piuttosto, se non addirittura una mozzarella, come ricorda il suo nome. E’ una piccola pallina, morbida, elastica, leggermente acidula che si presenta in questo modo grazie all’immersione nel siero della mozzarella e alla cottura al vapore. Il risultato è unico.

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Si prosegue con il Doppio Crunch farcito con mozzarella, stracchino e coscia di maiale. Il crunch (o doppio quando è imbottito) è la pizza in teglia di Renato Bosco, una specie di pizza alla romana, molto lievitata e croccantissima. Sicuramente uno degli impasti che preferisco.

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Arriva il turno dell’Aria di Pane, il suo cavallo di battaglia, tanto da essere addirittura un marchio registrato. L’aria di pane è una pizza molto alta, estremamente leggera, super soffice, realizzata solo con pasta madre viva. Ne assaggiamo due: aria di pane con mozzarella, pomodoro bio, zucchine e prosciutto cotto affumicato e aria di pane con burrata pugliese, agretti, bottarga di muggine sardo e zest di limone. Strepitosa, soprattutto la seconda combinazione.

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Il quinto assaggio è dedicato alla Pizza tonda senza lievito, realizzata con un processo di idrolisi. (per chi non lo sapesse,  idrolisi = “la reazione chimica per cui le molecole si dividono in due o più parti per la forza dell’acqua. Il protagonista di questo processo è il chicco di grano, naturalmente ricco di amido. Quando si immerge il chicco di grano in acqua calda, tra i 70 e gli 80 gradi, inizia la lisi degli amidi che spezza le molecole dei polimeri del glucosio – amilosio e amilopectina – di cui è formato l’amido. Attraverso il calore, si crea una sorta di gel, base per la fermentazione spontanea.” così parlò il Gambero Rosso). L’abbinamento proposto per questa pizza, leggera e digeribile, è con caprino fresco, olive e pomodori.

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E’ il momento della fragrante Pizza in pala, a lievitazione mista, servita su un tagliere e divisa in due farciture: mezza margherita con olive taggiasche e pomodorini e mezza con mozzarella di bufala, pancetta e monte veronese. Sono le ultime pizze che assaggiamo, ma non ne avremo mai abbastanza!

Ci ha proposto 5 impasti, per un totale di 7 pizze differenti che abbiamo diviso come buoni fratelli. Per ogni assaggio era stata studiata una diversa birra del Birrificio del Forte in abbinamento e per concludere ognuno ha scelto una delle creazioni dolci di Renato Bosco, ottime come tutte le sue pizze.

Un’esperienza piena di gusto, un viaggio unico attraverso le lievitazioni in compagnia di ottimi amici. Da ripetere il prima possibile.


SAPORE’

Via Ponte, 55A – San Martino Buon Albergo (Vr)

Tel. 045/8781791

In Lunigiana, il “Palazzo” della pizza (buona!)

Pizza ai tre pomodori: san marzano, pomodorini e pomodoro giallo da serbo.

Pizza ai tre pomodori: san marzano, pomodorini e pomodoro giallo da serbo.

Andrea (Palazzo), è un amico.

In realtà Andrea era un conoscente, prima di diventare un amico. Uno di quelli che segui sui social perché spesso pubblica foto di pizze talmente splendide (le pizze, non le foto. cioè, anche le foto, ma soprattutto le pizze!) da farti venire fame solo a guardarle.

Pizza con verdure al vapore, mozzarella e sgombro. Focaccia con radicchio, bufala affumicata e speck.

Pizza con verdure al vapore, mozzarella e sgombro.
Focaccia con radicchio, bufala affumicata e speck.

Poi un giorno ti accorgi che quelle pizze le fa proprio lui e che la sua pizzeria non è distante dalla tua casa di vacanze e allora pensi che sia una buona idea andarlo ad incontrare.

E così scopri Tipico, che nel paese continuano a chiamare Non solo pizza, la pizzeria al taglio e da asporto di Andrea, che ha le mani in pasta da oltre 20 anni (5 come panettiere, 15 da pizzaiolo).

Andrea ama il suo lavoro, ma soprattutto ama la pizza. Lo si capisce dai tanti libri esposti nella suo piccolo locale, che raccontano storie di pizze e pizzaioli incredibili, lo si capisce dal laboratorio a vista, dove è possibile sbirciare Andrea in tutte le fasi della lavorazione, lo si capisce dalla creatività con la quale sperimenta lievitazioni e abbinamenti sempre nuovi, lo si capisce soprattutto dal suo sorriso mentre lavora e dal modo che ha di intrattenere i clienti con gustose storie di incredibili viaggi di degustazione.

Non tutti comprendono il lavoro di ricerca che fa Andrea, molti preferirebbero una semplice quattrostagioni tonda da potar via, non sono tanti quelli che si fermano ad ascoltarlo.

Ma i pochi che lo fanno, poi, possono avere la fortuna di essere invitati a cena da lui, a locale chiuso, per una degustazione privata, ma soprattutto strepitosa, e quattro chiacchiere in amicizia.

Ancora grazie Andrea!


PIZZERIA TIPICO – NON SOLO PIZZA

Via Chiusura, 9 – Villafranca in Lungiana (MS)

Tel. 331/7714827

Uva, menta & farina!

Le formiche

Le formiche di Fabio Vettori

Gita fuori porta a Trento, dopo una cena tipica a base di canederli e stinco, per la seconda serata decido di provare la buona pizza locale. La città vanta un paio di pizzerie “premiate” dalla guida Gambero Rosso e la mia scelta ricade (su consiglio di alcuni locals, più che per la qualità sui tempi di attesa) su Uva&Menta, pizzeria dal nome originale che ricorda più un’enoteca o cocktail bar invece che il tempio della lievitazione (si noti che Menta è il cognome del titolare). E’ sabato sera, fanno il doppio (se non addirittura il triplo!) turno, ma fortunatamente noi abbiamo prenotato. Il locale è su più livelli: si entra dove c’è la cassa e la cucina, si scende e a metà via si incontra il forno (a legna), più sotto c’è la sala con i tavoli. I coperti in totale non sono moltissimi, la stanza è sotto il livello della strada, ha solo delle piccole finestre in alto, nel complesso l’ambiente è un po’ freddo (in molti stanno cenando con il cappotto). A riscaldarlo ci pensano l’arredo e le grafiche alle pareti, colorate e simpatico (soprattutto la personalizzazione delle tovagliette, a cura di Fabio Vettori, artista locale noto ai più per le sue formiche).

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Re Jack

Come dice la guida il personale è veloce e sorridente. Cosa non sempre scontata!

Il menù è diviso in quattro parti, noi prendiamo una pizza e un “coccio” in modo da avere la possibilità di assaggiare prodotti differenti.

Scegliamo la Re Jack, pizza con mozzarella, crema di zucca, pancetta, mozzarella di bufala dopo cottura e pinoli. Ci arriva anche con la rucola, che non era segnalata nel menù, e non sappiamo se sia stato per svista o per decorazione. La pizza è ben cotta, non bruciata, ha un bel cornicione gonfio e croccante. Il topping è un po’ troppo “pesante” e questo rende la pizza impossibile da mangiare a spicchi. Inoltre, la rucola e, soprattutto, la bufala aggiunte a fine cottura hanno raffreddato immediatamente tutta la pizza e la mozzarella l’ha resa anche leggermente troppo “acquosa”.

Coccio Golden

Coccio Golden

Ordiniamo anche un “coccio” che usa lo stesso impasto della pizza ma ripiegato sui bordi, assumendo l’aspetto di una torta salata. Scegliamo il Coccio Golden con mozzarella, gorgonzola, mele golden, speck dell’Alto Adige e miele. Molto gustoso (ma la prossima volta ricordarsi che il miele sui bordi appiccica le mani!).

Non abbiamo controllato i vini perché siamo stati rapiti dalla buon selezione di birre artigianali alla spina e in bottiglia (noi abbiamo ordinato una zwickel e due birre del Birrificio Italiano, tutte alla spina).

Non abbiamo potuto ordinare dolci perché quello che ci incuriosiva era terminato e il resto della selezione era quasi esclusivamente a base di cacao o cioccolato (che io evito la sera!).

Buone le pizze, prezzi nella media, staff cortese. Nessun grande entusiasmo ma sicuramente esperienza da ripetere.


UVA & MENTA

Via Dietro Le Mura, 35 – Trento

Tel. 0461/1903162

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il conto

Il sapore di Saporè.

il crunch

il crunch

Quando inizi ad interessarti di pizze e pizzerie ci sono dei nomi che man mano diventano familiari: prima ci si innamora delle loro creazioni, poi li si colloca geograficamente, dopo diventano delle “celebrità” da voler incontrare (e gustare!). Questo è ciò che è successo a me e questo è il motivo per cui, trovandomi in Veneto per lavoro, non avrei potuto saltare per alcuna ragione una visita da Saporè, per degustare le forme della pizza di Renato Bosco, il “pizzaricercatore”.

E così, in una sera di Marzo, insieme ad un collega (home-pizza-maker) e complice un’amica (il mio faro tra le lievitazioni), vado a cena nella pizzeria di San Martino Buon Albergo, sicura di assaggiarne delle belle.

Il locale non è ampissimo, quindi si consiglia di prenotare il proprio tavolo. L’arredamento è curato, in stile shabby chic, con un’acustica leggermente fastidiosa quando la pizzeria è al completo. A fianco all’ingresso, un ulteriore fondo di proprietà, dove le creazioni targate Bosco vengono vendute al taglio.

l'aria di pane

l’aria di pane

Lui, per motivi personali, quella sera non è presente, ma lo staff del suo locale è ugualmente cordiale e capace di guidarci nell’ordinazione. Scegliamo di intraprendere un “percorso di degustazione” tra gli impasti, ordinando tre creazioni differenti e rimettendoci all’esperienza di chi ci sta servendo per la scelta dei condimenti. Il risultato è assolutamente appagante.

Nell’ordine degustiamo: un crunch con aringhe in carpione, cipolle, carote e uvetta, croccante e saporita; un’aria di pane classica, con burrata pugliese e prosciutto crudo Sant’Ilario stagionato 30 mesi, delicata e gustosa, sicuramente la nostra preferita, e per ultimo una bagel pizza con fonduta di Monte Veronese, riduzione di Amarone, insalata belga e pepe di Sarawak, unica nel suo genere (una punta di acidità eccessiva, forse causa dell’utilizzo del siero di mozzarella nell’impasto, rende il bagel il “meno buono” dei tre lievitati).

il bagel pizza

il bagel pizza

Per spiegarmi meglio: il crunch per Renato Bosco è una pizza cotta in teglia servita a trancio, l’aria di pane è un impasto molto soffice realizzato solo con lievito madre, il bagel è un impasto che viene sbollentato in una miscela di acqua e vino Amarone (in questo caso) per poi finire la cottura in forno, restando morbido e pastoso.

Da bere due pinte di birra artigianale alla spina (hanno artigianali anche in bottiglia) e nessun dolce, purtroppo, tranne un piccolo omaggio che ci fa la ragazza in sala: un’ottima fetta di colomba di loro produzione, realizzata con pere e fava tonka e servita con gelato artigianale allo zabaione: squisita!

Il conto è leggermente sopra alla media ma l’esperienza è stata grandiosa! Creatività nella scelta dei condimenti ma soprattutto  tanta abilità ed estro nella lavorazione degli impasti. Non vedo l’ora di poterci tornare.


SAPORE’

Via Ponte, 55A – San Martino Buon Albergo (Vr)

Tel. 045/8781791

il conto

il conto

Buona sì, ma cosa significa “lievitata”?

Ancora in trasferta in Romagna, decido di provare un’ulteriore pizzeria citata dalla guida del Gambero, il Birrodromo August di Riccione (Rn). Scelgo questo locale conquistata dalla promessa di un’offerta birraria valida e attirata dallatmosfera “da pub” che ben si addice al mio venerdì sera romagnolo.

Un unico ampio ambiente dominato dalla presenza del grande bancone attorno a cui girano spine, piatti e camerieri, molti tavoli, di varia altezza e dimensioni (anche tavoli tondi per gruppi), due maxi schermi. Se il vostro è un appuntamento romantico evitate questo locale, per tutto gli altri: via libera! Gradevole l’arredamento, sui toni del legno e dell’ardesia, creato con materiali di riciclo, tra cui mensole create con cassette di legno.

Camurria

Camurria

Il menù sulla tovaglietta divide le pizze in tre sezioni: classiche, speciali e lievitate. Ordiniamo due “lievitate”, senza chiedere spiegazioni, pensando che il nome abbia a che fare con una lievitazione maggiore. Una Camurria, con  fiordilatte, pomodoro fresco, broccoletti, alici del Cantabrico, pane grattato, basilico e olio, e una Luvacciona, con squaquerone di San Patrignano, mortadella e granella di pistacchio.

Un ventaglio di birre alla spina e in bottiglia, italiane e straniere, è quello che ci si aspetta da una pizzeria che è anche pub, ma la presenza di prodotti artigianali non è scontata e quindi gradita.

Luvacciona

Luvacciona

Buono l’impasto e anche la cottura (seppur a tratti bruciacchiata), anche se le pizze somigliano più ad una focaccia (che fosse questo il sinonimo di “lievitata”?). Gli ingredienti sembrano un po’ scollegati dal resto, proprio come se fossero stati appoggiati lì sopra all’ultimo, prima di portare il piatto al tavolo. In particolare, nella Luvacciona la mortadella non era legata alla basa e sembrava piùttosto come se fosse stata appoggiata su una fetta di pane a merenda. Nella Camurria invece i broccoli “croccanti” sembravano solo lievemente scottati e avevano poco sapore, ricordando il gusto dei broccoli sulle pizze vegetariane surgelate appena sfornate (eh si, lo ammetto, spesso anche io scivolo davanti al banco dei congelati).

E’ stata una serata piacevole, in cui abbiamo mangiato discretamente in mezzo ad molta confusione (dei clienti, non del personale!). Ho trovato le pizze abbastanza buone, ma non meritevoli dei due “spicchi” Gambero. Sicuramente se dovessi tornarci preferirei optare per una delle pizze classiche… se non addirittura per una vaschetta di patatine fritte!


BIRRODROMO AUGUST

Viale Lungorio, 1 – Riccione (Rn)

Tel. 0541/1836650

il conto

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