O Scugnizzo val bene il viaggio.

Arezzo, città meravigliosa, non è proprio il luogo più comodo da raggiungere per una cena. O meglio, non è il luogo più comodo se si parte da Pisa, è una domenica di Novembre e diluvia dall’ora della colazione.

Ma (c’è sempre un ma!) la pizza di Pierluigi Police vale la trasferta e anche di più.

L’occasione per questa gita fuori porta è stata una serata di degustazione organizzata alla Pizzeria O Scugnizzo di Arezzo con la scusa di fare quattro chiacchiere attorno a Pizza. Una Grande Tradizione Italiana (Slow Food Editore, 2016), insieme a Nio Antonio Puzzi e Sabino Berardino, tra gli autori del volume.

Schermata 2017-11-18 alle 19.49.02Il locale, in pieno centro storico, è arredato in modo semplice e moderno sui toni del bianco e per questo molto luminoso. Il personale sorridente, veste una divisa minimale molto curata nella sua semplicità.

La prima cosa che ti colpisce quando entri sono le vetrine frigo piene di birre artigianali e la prima cosa che ho fatto, dopo essermi presentata al padrone di casa, è stato chiedere se davvero fossero 170 etichette o se si trattasse semplicemente di una leggenda. La risposta? Sono anche più di 170 in bottiglia, a cui si sommano le artigianali alla spina. Praticamente un paradiso per chi ama l’abbinamento pizza-birra ma è stufo di trovare nelle pizzerie solo un paio di referenze (quando va bene…).

Il menù della cena prevede cinque assaggi di pizze più una sorpresa dolce abbinati, a scelta, a calici di vino (il Lambrusco dell’Azienda Agricola Luciano Saetti o il Soave della Cantina Pieropan) o di birra (Tipopils o Bibock del Birrificio Italiano).

Schermata 2017-11-18 alle 18.42.14Pierluigi mette in chiaro subito le sue origini e il tipo di pizza che propone nel suo locale,  aprendo la cena con una montanara con scarola saltata in padella, baccalà e battuto di capperi e olive. La montanara, o pizza fritta, è tipica della tradizione gastronomica napoletana e non a caso O Scugnizzo rientra tra le pizzerie segnalate dall’Associazione Verace Pizza Napoletana. La montanara è gonfia e soffice, ben fritta, non unta e generosa nel condimento. L’abbinamento scelto è squisito… praticamente un colpo di fulmine!

Schermata 2017-11-18 alle 18.52.34Si prosegue con una seconda montanara con ricotta di bufala affumicata, pomodorino confit preparato nel forno a legna con aggiunta di timo, acciuga di Cetara e granella di cucunci. Un abbinamento sapido-fumé per una pizza fritta con maestria e non facile da scordare.

Schermata 2017-11-18 alle 19.13.38Chiuso il capitolo (ahinoi!) con le pizze fritte, si passa al cavallo di battaglia del pizzaiolo, ovvero la pizza verace, che ha ottenuto la certificazione “verace pizza napoletana” dalla A.V. P. N. nonostante sia cotta in forno a gas.

Schermata 2017-11-18 alle 19.19.19La prima è con fior di latte, passato di broccoli, broccoli saltati in padella e lardo del Grigio del Casentino della Macelleria Salumeria Simone Fracassi. La seconda con  fior di latte di Agerola, zucca, provolone del Monaco DOP e tarese croccante del Valdarno, presidio Slow Food. Due pizze molto buone, ricche di sapori, omaggio all’autunno e alle terre che sono nel cuore del pizzaiolo.

Schermata 2017-11-18 alle 19.28.20Chiude la degustazione la pizza che ha debuttato a La Città della Pizza la scorsa primavera, con provola di bufala affumicata, papacella grigliata napoletana, salsiccia rossa di Castelpoto e conciato romano. Non a caso si chiama Pizza Presidio perché mette insieme, in un’unica “infornata”, tre eccellenze campane Presidio Slow Food.

Schermata 2017-11-18 alle 19.40.44Per finire in bellezza, anzi, in dolcezza, una montanarina con Galamella (la versione napoletana della più nota crema splamabile di di nocciole), zucchero e granella di nocciole, abbinata ad un liquore di latte di bufala.

Un’ottima cena, la bella compagnia al mio tavolo condiviso e la simpatia dei padroni di casa non mi hanno fatto sentire la fatica degli oltre 300 km percorsi per poter partecipare alla serata e, anzi, mi hanno dato la voglia di tornare ad Arezzo il prima possibile.

A quando, dunque, la prossima degustazione?


O SCUGNIZZO

Via De’ Redi, 9/11 – Arezzo

Tel. 0575/333300

 

 

 

 

 

 

Viva la ciccia… sopra la pizza!

Ieri alla Pizzeria Lo Spela di Greve in Chianti (attenzione: è al Ferrone, non impostate Greve sul navigatore che andate fuori rotta!) si è tenuto il primo dei quattro appuntamenti di Pizza&Co, un ciclo di incontri-contaminazioni tra le pizze di Paolo Pannacci e altri mondi dell’enogastronomia.

Schermata 2017-10-28 alle 15.37.36Il tema della serata era la “ciccia” e l’ospite d’onore Dario Cecchini, il pittoresco macellaio di Panzano in Chianti, famoso per la sua esuberanza e per le sue numerose battaglie a favore della bistecca Fiorentina. Un’ospite un po’ birichino, a dire il vero, che si è presentato con leggero ritardo rispetto all’inizio della cena ma che non ha mancato di farci sorridere entrando in sala al grido di “Viva la ciccia! E viva la pizza con la ciccia!”. (fortunatamente uno degli uomini della sua brigata era in cucina a lavorare per noi molto prima che Dario arrivasse.)

Ma veniamo alla degustazione. La formula era la stessa di quella già pensata per il precedente Pizza Stellare, di cui avevo parlato qualche mese fa. Anche in questa occasione, menù a prezzo fisso, un ospite d’eccezione e tavoli conviviali che contribuiscono a rendere più vivace l’atmosfera.

Per attendere l’inizio della serata, sui tavoli come aperitivo, focaccia e Prosecco Doc di Treviso.

Schermata 2017-10-28 alle 15.41.45Ma la vera partenza è quando ci viene servita la prima pizza, che su volontà del pizzaiolo deve sempre essere una Margherita. In questo caso preparata con farina macinata a pietra, pomodoro e mozzarella fior di latte biologici, origano e basilico fresco. Della serie “chi ben comincia…”

Schermata 2017-10-28 alle 15.47.50La ciccia entra in scena in grande stile con la Pizza di Dario: pizza piegata con impasto con biga, semi e cereali farcita con l’arrosto sbagliato (girello di manzo lavorato con spezie), fior di latte, foglie d’insalata, fiori eduli e emulsione di capperi, olio e acciughe. Molto ricca, gustosissima, non tradisce le aspettative.

Schermata 2017-10-28 alle 15.57.36La seconda uscita è la Pizza a Stella, una focaccia servita “scoperchiata”, realizzata con impasto con biga, farina macinata a pietra e vino Chianti, cotto al vapore. All’interno tonno del chianti (ricetta toscana che prevede la saldatura della coscia di maiale, la successiva cottura nel vino bianco e la conservazione in vasi di vetro con olio extravergine), la crema di burrata, i pomodorini del Piennolo, insalatina e crema di fagioli neri di Colfiorito. Molto delicata e senza dubbio la mia preferita!

Schermata 2017-10-28 alle 16.04.21Si prosegue con la Pizza Francesina, impasto con doppia lievitazione, realizzato con  farina biologica da grano italiano macinata a pietra farcito con la francesina (o “lesso rifatto”, ovvero il lesso ripassato in tegame con pomodoro e -tante- cipolle), fior di latte, germogli di porro e erba medica. A dispetto delle apparenze, una combinazione molto leggera!

Schermata 2017-10-28 alle 16.12.29L’ultima è la Pizza Peposa, mezzo calzoncino di pizza fritta ripieno di peposo (altra ricetta tipica della tradizione toscana, in cui la carne di vitello viene cotta per ore nel vino insieme a pepe ed aglio) con crema di patate e ricotta e l’aggiunta di timo fresco. Anche in questo caso impasto a 30 ore con doppia lievitazione, realizzato con farina biologica da grano italiano.

Ad accompagnare la degustazione, i vini dell’Azienda Vinicola Fontodi, cosi abbinati: Fontodi Chianti Classico Docg 2014, per le prime due pizze, e Case Vie Syrah 2012 per le restanti.

Schermata 2017-10-28 alle 16.17.02Per chiudere la serata, una sorpresa del padrone di casa: babà al rum agricolo preparato in vasocottura. Soffice e molto concentrato perché lievitato, cotto e inzuppato direttamente nel vaso di vetro. Fantastico!

Pizza e Ciccia” è stato un viaggio nella cucina toscana attraverso quattro pizze diverse, molto originali e assolutamente buonissime.

E dopo una serata così… non vedo l’ora di partire per la prossima destinazione!


RISTORANTE PIZZERIA LO SPELA

Via Poneta, 44 – Greve in Chianti (Fi)

Tel. 055/850787

Pizza & Co: quattro ospiti e quattro mondi incontrano la pizza di Paolo Pannacci.

pizza&co_inandoutRicordate che qualche tempo fa ho partecipato ad una serata evento in cui le pizze di Paolo Pannacci hanno giocato per una sera con la cucina stellata dell’Osteria di Passignano?

Bene, il ciclo di appuntamenti in cui la pizza de Lo Spela incontrerà la creatività di alcuni grandi protagonisti della cucina (e non solo) sta tornando!

Gli appuntamenti di Pizza & Co. – In & Out saranno otto in tutto. Dario Cecchini, Edoardo Sandri di Four Seasons Firenze, Filippo Saporito e Francesco Gasbarro saranno gli ospiti dei quattro eventi “In” che affiancheranno, alla pizzeria di Greve in Chianti, Paolo Pannacci nell’ideazione e preparazione delle ricette da utilizzare come topping originali. Nei quattro incontri “Out” sarà lui che porterà le sue pizze nei loro mondi, in una sperimentazione continua di farine, prodotti e ricette non convenzionali.

Se non volete perdere nemmeno uno di questi incontri, aprite le agende e segnate queste date:

Eventi IN

  • 27 Ottobre: PIZZA E CICCIA, con Dario Cecchini dell’Antica Macelleria Cecchini, a Panzano in Chianti. In programma un menù di pizze 100% toscane che trasporterà i partecipanti nei sapori della memoria con la Francesina, il Tonno del Chianti, il Peposo e l’Arrosto sbagliato a far da condimento agli impasti studiati per la serata da Paolo Pannacci. Ad accompagnare la cena è prevista la degustazione dei vini dell’azienda biologica Fontodi di Panzano in Chianti.
  • 30 Novembre: PIZZA E COCKTAIL, con Edoardo Sandri, Master Mixologist dell’Atrium Bar presso il Four Seasons di Firenze. Una serata all’insegna dell’abbinamento e del gioco tra pizze e cocktail: dal pairing tra cocktail e pizza, al cocktail che riproduce la pizza fino ad arrivare ad una pizza condita con gli ingredienti dei cocktail.
  • 18 Gennaio: PIZZA CONNUBIO, con Filippo Saporito chef e patron del ristorante La Leggenda dei Frati. Anche se il menù è ancora segreto, può essere svelato il tema della serata: Maiale e Crostacei, il matrimonio perfetto. A rendere ancora più intrigante la cena, degustazione di bollicine italiane e francesi.
  • 22 Febbraio: PIZZA ALLA RADICE, con lo Chef Francesco Gasbarro del ristorante La Bottega di Ginevra, che ci farà sperimentare il mondo delle radici.Rapa rossa, topinambur, rutabaga, cerfoglio – spiega Francesco – sono ingredienti spettacolari che possono essere abbinati con carni, pesce, formaggi e tartufo dando luogo a sapori assolutamente nuovi”. Ad accompagnare le pizze di questa serata, degustazione di vini dell’azienda agricola Felsina di Castelnuovo Berardenga.

Eventi OUT

  • 17 Dicembrele pizze di Paolo Pannacci all’open day natalizio di Four Seasons Firenze.
  • 20 Febbraiole pizze di Paolo Pannacci al Coach Kitchen di Filippo Saporito.
  • Marzole pizze di Paolo Pannacci ospiti della macelleria di Dario Cecchini
  • Aprile: le pizze di Paolo Pannacci a La Bottega di Ginevra di Francesco Gasbarro.

Appuntamenti imperdibili che vi daranno un motivo in più per amare la pizza, in caso ne aveste bisogno!

Ci vediamo il 27 Ottobre a Greve in Chianti.


* Tutti gli eventi “In” avranno un costo di 30 Euro (vino, acqua, caffè, dessert compresi) e si svolgeranno presso la Pizzeria Lo Spela (Via Poneta 44, loc. Ferrone, Greve in Chianti – Fi). Info e prenotazioni: 055/850787

Cecio, una gran bella scoperta alle porte di Lucca.

Servizio al tavolo non previsto, bicchieri di plastica, nessuna toilette. Questi sono i tre aspetti negativi della pizzeria in cui sono stata a cena di recente.

Solo questi, perché per tutto il resto la Pizzeria da Cecio di Porcari (Lu) è un posto in cui tornare il prima possibile.

IMG_5860Andrea, per gli amici Cecio, è un ottimo padrone di casa e in qualche modo è l’amico che vorresti avere: curioso e appassionato, chiacchierone, molto ospitale e soprattutto abile pizzaiolo. Ha iniziato a mettere le mani in pasta nei weekend, per arrotondare il suo stipendio di operaio. Poi, quasi dieci anni fa, ha cambiato vita aprendo la sua pizzeria, dove è stato da subito capace di fare la differenza.

Da due anni è persino segnalato nella Guida Pizzerie d’Italia Gambero Rosso.

La sua pizzeria è la sua casa ed è lì che Andrea passa ogni giornata, compresa quella di chiusura, preparando il lavoro per la settimana, sperimentando nuove cotture e provando ricette. Il tempo libero che riesce a ritagliarsi lo divide tra l’orto, sua seconda passione, e le visite ai laboratori dei colleghi, ormai diventati amici.

La pizza di Andrea è qualcosa che non ti aspetteresti di trovare lungo una statale di provincia, a 18 km dalla città: lievito madre, un impasto misto con aggiunta di enkir e farina integrale fornite dal Mulino Marino, selezione accurata delle materie prime (tra cui molte locali), stagionalità dei prodotti, presidi Slow Food.

Completa l’offerta una buona scelta di birre artigianali e alcune etichette di vini biologici.

Il suo estro si ritrova in ogni creazione: dalla cecina con i porri entrata di diritto tra i “best seller” della pizzeria, all metodo studiato per rendere croccante la pancetta nel forno a legna, fino ad azzardare una proposta molto toscana come la pizza con cinghiale.

La selezione di pizze è molto ampia e va da quelle della tradizione, alle gourmet, cambiando continuamente in base alla disponibilità degli ingredienti. Inoltre calzoni e focacce e qualche proposta dolce per i più golosi.

Schermata 2017-10-09 alle 22.17.09A cena in tre abbiamo voluto assaggiare la Pizza Bon Cecio, bianca con semi misti, ricotta della Garfagnana, pancetta porchettata e pepe selvatico del Madagascar, una Pizza Gourmet Bianca del giorno, con cavolo verza speziato al curry, capocollo di cinta senese Dop e provola (sostituita all’ultimo dalla bufala) e ovviamente una Pizza Margherita.

Tutte ben cotte, molto gustose e con un minimo comune denominatore: la sorprendente leggerezza dell’impasto!

Chiudiamo la cena con una fetta di “bauletto”, un lievitato con gocce di cioccolato cotto nel forno a legna, farcito con ricotta fresca e limone… buonissimo!

IMG_5864Tornerò certamente da Cecio, magari un Giovedi, quando Andrea propone ai suoi clienti l’impasto 100% enkir o  nel periodo natalizio per acquistare il suo panettone, sicuramente da non perdere.


PIZZERIA DA CECIO

Via Romana Est, 201 – Porcari (Lu)

Tel. 0583/299315

Pizze da 5,50€ a 14€, pizza Margherita 6,50€.

Contaminazioni di Pizza: la pizza che fa bene va in scena a Pietrasanta.

Locandina-ContaminazioniIl 31 Luglio debutta a Pietrsanta, presso la Pizzeria Apogeocon un evento a scopo benefico dal nome Contaminazioni di Pizza, la neonata associazione di pizzaioli Pizza & Peace.
Protagonisti della serata, oltre ai 4 moschettieri della pizza “toscana” Massimo Giovannini (Apogeo, Pietrasanta), Graziano Monogrammi (La Divina Pizza, Firenze), Paolo Pannacci (Lo Spela, Greve in Chianti) e Giovanni Santarpia (Santarpia, Firenze), anche due dei grandi maestri della pizza italiana Renato Bosco (Saporè, Verona) e Franco Pepe (Pepe in Grani,Caserta) che presenteranno una pizza ciascuno, supportati dagli ideatori dell’evento, che proporranno due pizze pensate a otto mani.
Al termine della cena, un’asta di beneficenza con bottiglie offerte da Ferrari e Ruffino.

Il ricavato sarà devoluto all’Associazione Tutte giù per Terra (#tuttegiùperterra) di Francesca Martinengo.

 

Costo della serata: 60 euro.
Prenotazione obbligatoria, disponibilità di posti limitata.

Info e prenotazioni: 0584 793394 – 333 560 7378

 

La degustazione di pizze, quel motivo in più per tornare da Apogeo.

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Pizza al vapore

Il problema dei menù di certe pizzerie è che vorresti farti portare tutto quello che è in carta. Non sempre però le persone sedute a tavola con te sono disposte a condividere le proprie ordinazioni e così spesso finisce che ti devi accontentare di assaggiare una pizza sola, che per quanto buonissima non riesce a placare la tua voglia di pizza.

Per i palati più curiosi, una soluzione può essere quella proposta da Massimo Giovannini, alla Pizzeria Apogeo di Pietrasanta, che offre ai suoi clienti, in ogni momento e senza prenotazione, la possibilità di scegliere il menù degustazione.  Io l’ho provato e posso garantire il risultato!

E’ una sera di Giugno ed è la prima volta che ceno nel giardino del locale, tra l’altro appena rinnovato, con candele e un lounge bar a disposizione dei clienti. Veramente una bella atmosfera.

Siamo in due e iniziamo il viaggio di degustazione (a sorpresa!) con la pizza al vapore, cotta in due tempi differenti, prima in teglia al vapore appunto, poi è messa sottovuoto e successivamente è rigenerata in forno ventilato. L’impasto utilizzato questa volta è lo stesso usato per fare il pane, ovvero un mix di farine con aggiunta di semi. Il risultato di questa cottura è un leggerissimo disco di pasta alto, croccante (quasi “vetrificato”) all’esterno e molto soffice e vaporoso all’interno. Ci viene servita in due varianti: una con pomodoro San Marzano, origano di Pantelleria e olio EVO e l’altra con l’aggiunta di burrata pugliese, alici del Mar Cantabrico  e capperi di Pantelleria. 

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Tris di gusti

Proseguiamo con una pizza che si fa in tre, con un “gusto” migliore dell’altro. Un terzo è con crema di asparagi preparata con maionese di soia, gambero rosso di Mazara del Vallo cotto a bassa temperatura, filetto di pomodoro San Marzano cotto in forno con origano, olio, sale e asparagi sbianchiti, un terzo con bottarga, burrata pugliese, zucchine del loro orto saltate in padella e aromatizzate con zenzero e granella di nocciole; per finire, l’ultimo terzo è con crema di zucchine aromatizzate con salsa tandoori, pomodori secchi e prosciutto cotto San Giovanni. 

La degustazione potrebbe essere conclusa, ma a noi sembra giusto proseguire (e concludere) il percorso con l’ottima focaccia, presentata in doppia veste: metà con tartare di fassona, insalata, burrata pugliese e maionese e l’altra metà con porchetta, burrata pugliese, cavolo verza e l’olio della porchetta stessa. 

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Le focacce

Il tutto accompagnato dalle bollicine del Franciacorta Brut Cantina Villa Crespia, chiamato Simbiotico proprio per l’utilizzo esclusivo di uve simbiotiche. L’abbinamento ben riuscito per questa “orizzontale” di pizza.

Se oltre alla bontà delle pizze di Massimo, al sorriso di Barbara, sua moglie, e alla simpatia di tutto lo staff, avessi avuto bisogno di un altro buon motivo per tornare sempre più spesso da Apogeo, ecco… potrei averlo trovato con il menù degustazione!

 

 


PIZZERIA APOGEO

Via Pisanica, 136 – Pietrasanta (Lu)

Tel. 0584/793394

Il conto: 3 pizze in formula degustazione, due birre piccole alla spina, una bottiglia di “Simbiotico” Villa Crespia = 79 €

Pizze da 7,5 a 15 € , pizza Margherita 7,5 €.

I Tigli: pizza o non pizza. E’ questo il problema?

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Simone Padoan e la sua cucina a vista

Che la pizza sia nata a Napoli è un dato di fatto. Ma forse non tutti sanno che per mangiare la pizza più buona d’Italia è necessario uscire dalla Campania e spostarsi un po’ più a nord, a San Bonifacio, in provincia di Verona. O almeno questo è quello che ci è stato insegnato.

Che sia o no la migliore pizza, quello che è certo è che a Simone Padoan va il merito di avere inventato un nuovo tipo di pizza, la pizza gourmet, e per questo motivo cenare almeno una volta da I Tigli diventa quasi un dovere “scientifico”, prima ancora che un piacere.

Design mimal, accoglienza molto professionale, un’ampia sala unica dove oltre ai tavoli, al centro, c’è anche un grande bancone conviviale, una vetrata sul fondo che svela il giardino, ma soprattutto una cucina a vista dove ci si può incantare osservando la brigata al lavoro. Basta mettere un piede nel “ristorante di pizza”, come è stato definito, per capire fin da subito che ci si trova in un luogo unico per il suo genere.

E’ il sabato sera prima dell’apertura di Vinitaly, siamo al terzo turno di servizio, il locale è affollato. C’è un po’ di confusione e da piccoli dettagli si percepisce un po’ di stanchezza da parte del personale di sala (un esempio? il croissant di benvenuto, che è già stato servito a tutti intorno a me, mi viene portato in ritardo, contemporaneamente all’arrivo della prima pizza e, soprattutto, dietro mia richiesta.) Ripendandoci, forse non è stata l’idea migliore andare in visita al tempio della pizza proprio quel giorno, ma d’altra parte non capita spesso di trovarsi nei paraggi di Verona, quindi meglio approfittarne.

Il momento della scelta è quasi un rituale sacro, fatto di suggestioni, di dettagli, di ricordi e l’occhio che si posa sul menù de I Tigli ne resta abbagliato dalla bellezza delle proposte e dall’eccellenza degli ingredienti. Se è la prima volta che ci si trova seduti lì, come lo era per me, arrivati a quel punto, la curiosità si trattiene a fatica e si ha solo voglia di ordinare per scoprire il prima possibile com’è la famosa pizza di Simone Padoan. Oltre ad un menù di pizze straordinario per ricchezza e varietà, una carta di birre artigianali (anche alla spina) e di vini di tutto rispetto, che tiene conto di produzioni indipendenti e naturali.

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La Pane e Parmigiano

Seppur orfana del menù degustazione, ho comunque la fortuna di poter assaggiare due pizze differenti, accompagnate da un bianco del Collio firmato Franco Terpin. Scelgo la Pane e Parmigiano, con carciofi e culatello di Zibello Antica Corte Pallavicina e una Pizza del giorno con carpaccio di dentice marinato agli agrumi, silene e crema di pistacchio. Voglio chiamarle pizze anche se la distanza tra quella di Padoan e una Verace è la stessa che c’è tra il suo locale e una comune pizzeria. L’impasto, lievitato naturalmente, è usato semplicemente come base su cui “poggiare”, piatti cucinati sapientemente, come la faraona al forno o il maialino da latte, o crudité di mare, tra cui la sua più famosa è quella con gambero rosso crudo e burrata. Buono l’impasto e ancor di più il topping che però ho trovato “slegato” dalla sua base. Quelle di Padoan più che pizze a me sono sembrate opere d’arte culinaria, disegnate su una tela di farina lievitata.

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La Pizza del Giorno

Fingersi stupita dai prezzi sarebbe sciocco anche perché nessuno ormai arriva a I Tigli ignaro. Ma nonostante la bellezza e la bontà delle creazioni, o l’abilità, la sapienza e l’innovazione che si riconosce a questa cucina, non riesco ad attribuire all’esperienza il valore richiesto e non nascondo che, pur essendo preparata, vedere certe cifre nero su bianco associate ad un piatto tradizionalmente popolare mi ha provocato un leggero fastidio.

Il rimpianto,  conseguenza di una serata così “affollata”, è quello di non aver ordinato il menù degustazione. Ancora non riesco a fare pace con me stessa per aver scordato di richiederlo anche se mi sento di condividere la colpa a metà con la cameriera che mi ha servita, che così come si è scordata di propormi i piatti fuori carta (che avevo però origliato dai miei vicini), ha completamente omesso la possibilità di fare un percorso di assaggio tra varie pizze. Probabilmente potrei tornare ad essere serena solo se sapessi che non si è trattato di dimenticanza ma semplicemente di sospensione dei menù degustazione in serate di quel tipo. Purtroppo, non lo saprò mai.

O forse sì, basta tornare a cena a San Bonifacio. Senza fretta però.


I TIGLI

Via Caporosolo, 11 – San Bonifacio (Vr)

Tel. 045/6102606

Il conto: 2 pizze, una bottiglia d’acqua naturale, una bottiglia di “Quinto Quarto Bianco” 2015 Franco Terpin = 86 €

Pizze da 10 a 36 €, pizza Margherita da 8 a 22 €.

Una kambusa napoletana sulle rive del lago di Puccini.

Domenica sera, voglia di pizza: l’occasione giusta per provare la “stellata” Kambusa di Massarosa (Lu).

Il locale, che si trova sulla statale di collegamento tra Viareggio e Lucca, è ospitato in un edificio di recente costruzione, ha una sala unica che si snoda attorno alla zona del forno (a gas), arredamento moderno e una grande parete a vetri che rende l’ambiente arioso e luminoso. Durante la bella stagione, a disposizione dei clienti anche un giardino. 

Curiosi di assaggiare pizze differenti, chiediamo di poter fare una degustazione, ovvero che le pizze vengano servite una alla volta, così da poter essere gustate con la giusta calma e senza correre il rischio che diventino fredde. Il personale di sala accetta facilmente la nostra proposta, probabilmente non è la prima volta che ricevono una richiesta di questo tipo. (Lo staff si dimostrerà molto disponibile anche in seguito, quando aprendo la prima bottiglia di vino chiederemo di cambiarla a causa di un forte sentire “di tappo”.)

Ci immergiamo nel menù, fatto anche di primi e secondi piatti. Non ci sono “pizze del giorno” ma le proposte della Kambusa sono comunque già sufficienti a stuzzicare la nostra curiosità. Scorrendo le pagine, l’impronta “campana” emerge in modo chiaro, sia nei nomi scelti per le pizze, che, sopratutto, negli ingredienti utilizzati: il pomodoro di San Marzano DOP o il pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP (ex Presidio Slow Food), l’origano del Monte Matese, la mozzarella di bufala campana, il fior di latte e la burata di Agerola, il provolone del Monaco DOP, la Mela Annurca (o melannurca) campana. Oltre a questi prodotti regionali, si nota un’attenzione generale anche verso altre eccellenze gastronomiche o tipicità di altri territori. Un esempio? la Mortadella di Bologna IGP, il Lardo di Colonnata IGP, le acciughe del Mar Cantabrico…

Ognuno fa la sua scelta cercando di evitare la ripetizione degli ingredienti con l’obiettivo di assaporare più gusti possibile. Ordiniamo 2 pizze rosse e 3 bianche:

la Parmigiana, con pomodoro di San Marzano DOP Gustarosso, provola affumicata, melanzane al forno, scaglie di parmigiano reggiano, olio evo toscano, basilico

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la Parmigiana

la San Gennaro, con pomodorino giallo del sarnese, stracciata di burata agerolese, acciughe del cantabrico, olio evo toscano -burrata e acciughe è sempre una garanzia

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la San Gennaro

la Pulcinella, con pomodoro di San Marzano DOP Gustarosso, fiori di latte di Agerola, ricotta, pepe macinato fresco, pancetta croccante

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la Parmigiana

la Baccalà, con fior di latte di agerola, peperoni verdi saltati (friggitelli), baccalà grigliato, mela annurca, olio evo – strepitoso il baccalà!

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la Baccalà

la Ginger, con vellutata di zucca trombetta, lardo di Colonnata IGP, provola affumicata di Agerola, zenzero – originale l’uso dello zenzero, peccato per il lardo che si è sciolto subito

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la Ginger

La pizza è napoletana, impasto morbido, leggermente abbrustolito ma mai bruciato, con un bel cornicione. Topping originali, utilizzo di prodotti campani (molti DOP nel menù), una presentazione non troppo attenta all’immagine.

Confesso che più di tutte avrei voluto provare la Tarantella che quella sera purtroppo era indisponibile. Altro grande assente, oltre alla pizza di bandiera, il cambusiere… ovvero Gennaro Battiloro, il promettete pizzaiolo che in meno di due anni ha portato la Kambusa ad ottenere fama e riconoscimenti (tra i quai svettano i 3 spicchi Gambero Rosso.)

Un’ottima serata, una pizza che merita di essere rigustata il prima possibile, un rammarico, quello di non aver trovato in carta una selezione di birre artigianali, e un rimpianto, il non aver provato la variante con impasto SCURO. 

Un rimpianto però che si trasforma in una buona scusa per poter tornare presto sulle rive del lago di Massaciuccoli sperando di poter incontrare, la prossima volta, anche il regista di queste ottime pizze. 


LA KAMBUSA

Via della Torbiera, 38 – Massarosa (Lu)

Tel. 0584/631832

Il conto: 5 pizze, una bottiglia d’acqua naturale, una bottiglia di vino, due birre medie = 85 €.

Pizze da 6 a 11 €, pizza Margherita 6,50 €

Non c’è solo il buon vino nel Chianti…

schermata-2017-03-05-alle-16-29-12Se per caso servisse un motivo ulteriore per prendere l’auto e fare un gita nel Chianti, oltre ai bellissimi paesaggi, ai vecchi borghi e al buon vino, la scusa potrebbe essere quella di mangiare una pizza da Lo Spela, a Greve in Chianti (Fi).

Sebbene da tempo avessi in mente di provare le pizze di Paolo Pannacci, non ero ancora riuscita ad assaggiarle perché ho sempre pensato a Greve come ad una meta, rispetto a Pisa, non troppo comoda da coprire in occasione di un una cena e non così sconosciuta da sceglierla come destinazione di un weekend. Fortunatamente, la scusa gustosa e indeclinabile è arrivata un venerdì di fine Febbraio,  in occasione dell’evento “Pizza Stellare“, che avrebbe visto come protagonisti gli impasti de Lo Spela, i topping della stellata Osteria di Passignano e i litri di Birra Brùton, birrificio artigianale della lucchesia.

Dopo un “rally” tra le vigne sotto una pioggia battente (mai fidarsi del navigatore!), arriviamo al locale poco prima dell’inizio della cena, giusto in tempo per poter fare un assaggio guidato dell’olio Dievole,  altro partner della serata. Tavoli collettivi, locale ampio e molto semplice nell’arredamento, menù fisso (ma niente ci vieta di sbirciare la carta), poco prima delle 21 iniziamo la cena.

Assaggiamo 4 pizze salate ed una dolce, tutte accompagnate da una birra artigianale differente.

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Margherita

La prima pizza, come dovrebbe sempre essere, è una Margherita: impasto di farina biologica, pomodoro biologico, mozzarella fiordilatte biologica, origano, olio extravergine di coratina. Molto buona. In abbinamento con Eva, Pils.

 

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La Campagna Toscana

Proseguiamo con La Campagna Toscana: Impasto con farina Petra aromatizzato, sfoglia di pere, pecorino toscano, spuma di baccelli, caviale di miele. Strepitosa. In abbinamento con Lilith, Pale Ale.

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La Regina a Passignano

Passiamo a La Regina a Passignano: impasto croccante con farina biologica e semola rimacinata senza lievito, pesto, pappa al pomodoro, cuore di mozzarella di bufala dop. Molto originale nell’idea ma in realtà non è una vera pizza ed è quella che a conti fatti mi convincerà di meno. In abbinamento con Bianca, Blanche.

L’ultima delle salate è La Pizza dell’Osteria: impasto con farina Petra e succo di mirtillo nero, carpaccio di anatra, buratta pugliese, emulsione di acciuga, mirtilli. A detta dei più, il pezzo forte. Io non amo l’anatra, ma questo impasto è stato assolutamente il migliore. In abbinamento con Stoner, Strong Golden Ale.

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La Pizza dellOsteria

La degustazione si conclude con La Pizza si fa Dolce: impasto con farina Petra, frutti rossi, spuma di ricotta aromatizzata al lampone, olio siciliano. A parte le adolescenziali pizza&nutella non mi era più capitato di mangiare una pizza come dessert e ho apprezzato la proposta, nonostante qualcosa (forse la spiccata asprezza dei frutti rossi o la base che ho trovato un po’ poco morbida?) non abbia funzionato. In abbinamento con 10, Barley Wine.

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La Pizza si fa Dolce

Il miracolo si compie alla fine della cena, quando gli impasti avanzati vengono infornati e il giro di pizze tra chi non ne ha mai abbastanza ricomincia!

Le ottime pizze, la professionalità e la simpatia  degli ospiti d’onore (Iacopo Lenci e Matia Barciulli), l’occasione per rivedere vecchi amici e fare nuove conoscenze, il prezzo “all-inclusive” (20 Euro compreso il caffè) hanno reso questa serata una bella serata da ripetere presto.


RISTORANTE PIZZERIA LO SPELA

Via Poneta, 44 – Greve in Chianti (Fi)

Tel. 055/850787

Metti un giorno, una pizza a pranzo a Faenza.

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‘a Pizza e Scarole

Cosa fare quando si è di ritorno da una trasferta di lavoro in Romagna, si è in viaggio verso la Toscana, è passato da poco mezzogiorno e ci si trova nei pressi di Faenza? Andare a pranzo da ‘O Fiore Mio!

E così, come già aveva fatto l’amica Luciana nel suo viaggio on-the-road tra le migliori pizze d’Italia , per scrivere il suo La Buona Pizza, decido di fare tappa anche io in questa pizzeria tanto giovane quanto celebre, tanto da essere da 3 anni sempre presente sulla Guida Pizzerie Gambero Rosso e sempre con il massimo dei voti!

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‘O Fiore Mio

Ambiente dai colori tenui, molto luminoso, all’ingresso un angolo con le eccellenze gastronomiche di zona, forno a vista e sul bancone che divide la sala il trono del lievito madre, “nato da una pera ubriaca, una pesca regina di Ottobre e 5 giuggiole”, come recita il menù. Ogni impasto è infatti lievitato naturalmente dalle 24 alle 48 ore ed è realizzato con il solo utilizzo di farine biologiche macinate a pietra nel Molino Mariani, scelto da Davide e Matteo, i creatori di ‘O Fiore Mio, perché gli permette di utilizzare i propri laboratori per ricerca e sperimentazione.

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Il lievito madre

Questa attenzione nella scelta degli ingredienti la si percepisce anche sfogliando il menù, che cambia trimestralmente, in cui una facile legenda mette in evidenza i Presidi Slow Food e i prodotti dell’Arca del Gusto utilizzati, oltre che indicare molto chiaramente i piatti vegetariani.

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Mastunicola

Non sono sola e quindi ho la fortuna di poter assaggiare due pizze tonde e purtroppo no, nemmeno questa volta una delle due è stata una Margherita. Ordino una ‘A Pizza e Scarole con mozzarella fior di latte, scarola, alici, pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP, olive di Gaeta e capperi di Pantelleria e una Mastunicola con mozzarella fior di latte, pecorino, battuto di lardo, pepe e basilico fresco. Bellissime agli occhi, commuoventi al palato.

‘O Fiore Mio Ore 12 è la proposta per il giorno. Per 12 euro si ha diritto ad una pizza a scelta (purtroppo in una lista ridotta rispetto a quella della sera), un bicchiere di vino o una birra piccola (alla spina anche un’artigianale del Birrificio La Mata), l’acqua, il caffè e il coperto. Un’ottima proposta per la pausa pranzo, che mi vedrebbe cliente fissa se solo fossimo più vicini… e non è una minaccia.


‘O FIORE MIO

Via Mura San Marco 4/6 – Faenza (RA)

Tel. 0546/667915