Contaminazioni di Pizza: la pizza che fa bene va in scena a Pietrasanta.

Locandina-ContaminazioniIl 31 Luglio debutta a Pietrsanta, presso la Pizzeria Apogeocon un evento a scopo benefico dal nome Contaminazioni di Pizza, la neonata associazione di pizzaioli Pizza & Peace.
Protagonisti della serata, oltre ai 4 moschettieri della pizza “toscana” Massimo Giovannini (Apogeo, Pietrasanta), Graziano Monogrammi (La Divina Pizza, Firenze), Paolo Pannacci (Lo Spela, Greve in Chianti) e Giovanni Santarpia (Santarpia, Firenze), anche due dei grandi maestri della pizza italiana Renato Bosco (Saporè, Verona) e Franco Pepe (Pepe in Grani,Caserta) che presenteranno una pizza ciascuno, supportati dagli ideatori dell’evento, che proporranno due pizze pensate a otto mani.
Al termine della cena, un’asta di beneficenza con bottiglie offerte da Ferrari e Ruffino.

Il ricavato sarà devoluto all’Associazione Tutte giù per Terra (#tuttegiùperterra) di Francesca Martinengo.

 

Costo della serata: 60 euro.
Prenotazione obbligatoria, disponibilità di posti limitata.

Info e prenotazioni: 0584 793394 – 333 560 7378

 

La Panacea, o le 100 ore di lievitazione.

IMG_0288Nata come pizzeria ma diventata celebre per le sue carni, la Panacea è uno dei pochi posti a Pisa dove alla pizza viene riservata qualche attenzione in più.

Il locale, appena fuori dalla città, ha una stanza unica per l’inverno ma si allarga in una veranda per le calde sere d’estate. Trovare un tavolo libero pare non sia cosa facile ma a onor del vero ieri pomeriggio alla prima chiamata sono riuscita ad assicurarmi un tavolo per cinque persone per la sera stessa.

Avvisati dal cameriere di un’attesa di minimo 20 minuti per le pizze (che si rivelano oltre 50!) ordiniamo un antipasto misto toscano e una caponata con fiammiferi di carne per calmare la fame dovuta ad una lunga giornata al mare e ingannare il tempo.

Il menù si apre con alcune premesse, che suonano più come “istruzioni per l’uso”: ogni variazione al topping ha il suo un costo, non si possono ordinare alcuni tipi di pizze che sono state lasciate volutamente fuori carta, non sono tonde ma ovali a causa dell’alta idratazione, l’impasto a lunghissima lievitazione (addirittura, pare, 100 ore!) costa 1 euro in più, il costo di un caffè come ci viene ricordato anche alla cassa. La lista delle pizze non è ampissima e sfogliando il menù nessun colpo di fulmine mi guida nella scelta. Come ultima è segnata una generica Pizza Gourmet che varia di volta in volta ed è aggiornata sulla lavagnetta in sala. Si possono ordinare pizze, baby pizze (solo Margherita e Wurstel) e taglieri composti da due gusti. Tutte le pizze sono cotte nel forno a legna.

Schermata 2017-07-03 alle 20.36.25Dopo una consultazione scegliamo queste cinque pizze: due Panacea, rossa con radicchio trevisano, noci bufala e olio tartufato (una ordinata anche con aggiunta di prosciutto crudo), la del Pastore, rossa con porri, pecorino, rucola e pomodori ciliegini, l’Amalfitana, rossa con prosciutto crudo, mozzarella di bufala e pomodori ciliegini e la Pinolina Bianca, con radicchio travisano, pinoli, rucola e salame toscano (sostituito da prosciutto crudo). Tutte richieste con l’impasto “superior”, ovvero un mix di farina di soia, riso e frumento e una lievitazione molto lunga con madre disidratata.

Schermata 2017-07-03 alle 20.33.31Non essendo amante delle rosse, mi dedico solo alla mia pizza che, come tutte le cose, ha dei pro e dei contro. Trovo l’impasto molto buono, ben lievitato, soffice, ben cotto. Probabilmente al momento è uno dei migliori impasti di zona. Una nota meno felice invece per il topping, ricco ma poco legato, scondito e (a) crudo (mea culpa l’aver pensato che almeno il radicchio sarebbe stato cotto). Ma sicuramente un abbinamento fresco e leggero per il primo weekend di luglio!

Da bere ordiniamo una bottiglia d’acqua, una birra media una bottiglia di Prosecco di Valdobbiadene e una di Pinot Grigio DOC Friuli Colli Orientali dell’azienda La Tunella e per chiudere un caffè.

Il personale è scherzoso ma formale allo stesso tempo, la pizza è buona, il conto è giusto anzi c’è puro uno sconto! Direi che anche se ci aspettavamo qualcosa in più abbiamo comunque tutte le ragioni per tornarci.


PIZZERIA LA PANACEA

Via Calcesana, 179 – Ghezzano (Pi)

Tel. 050/8771170

Pizze (classiche) da 5 a 14 € , pizza Margherita 5,50 €. (baby Margherita 4 €, tagliere Margherita 13 €)

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il conto

Grazie Bonci per aver aperto anche a Lucca!

Dopo Roma e prima di Chicago, Gabriele Bonci (sì, quello del Pizzarium di Roma) ha scelto Lucca per inaugurare il suo primo locale fuori porta, condividendo questa nuova avventura con il ristoratore Massimo Minutelli, noto nella città toscana per la sua Griglia di Varrone.

FullSizeRender-2Da ieri l’apertura ufficiale, preceduta dall’inaugurazione di sabato e dal pre-opening di venerdì riservato alla stampa al quale ho partecipato insieme all’amica Luciana, appassionata pizzofila e penna, tra le altre cose, di Pizza on the Road.

Locale minimale, con un arredo moderno giocato sui toni del beige e dell’acciaio. Tante le trasparenze, grandi vetrate che danno sull’esterno, un doppio banco per le pizze e non solo (anche i dolci della pasticceria L’Angolo Dolce), la parete di vetro dietro cui (non) si cela il laboratorio. Posti a sedere sia all’interno che sotto il portico, dove è presente anche un’area gioco per bambini. Contrariamente a quanto immaginato, il locale non si trova in centro ma nella zona dell’Ospedale San Luca, a 10 minuti di auto dalle mura. Scelta curiosa (e un po’ azzardata) alla quale non sono riuscita a dare una spiegazione.

FullSizeRender-3Alla domanda “Come mai proprio a Lucca?” lo staff ci risponde che tra i produttori della zona, più che altrove, hanno potuto riscontrare un’attenzione al naturale e al biodinamico perfettamente in linea con la filosofia di Naturalmente Bonci. Volendo citare alcuni nomi:  i salumi della Macelleria Renato Bullentini  di Lucca e i formaggi del Podere Al Carli, le verdure dell’Azienda Agricola Carraia, composte di Maestà della Formica, in Garfagnana. Ovviamente, da bere, vini naturali e birre artigianali.

Per l’inaugurazione erano state preparate moltissime pizze differenti, con l’intento di far conoscere le molteplici possibilità di abbinamento e il grande livello di qualità delle proposte. Cosa abbiamo assaggiato? La pizza con stracciata di burrata e mondiola, con pancetta, patate, maionese e acetosa, con mortadella e crema di ceci, una rossa con burrata e acciughe, una focaccia con formaggio e capocollo e quella che ho preferito di più in assoluto la pizza con salsiccia di Cinta Senese e parmigiano. Inoltre una pizza bianca con porchetta assolutamente strepitosa. 

FullSizeRender-4In questi mesi estivi, la pizzeria sarà aperta da martedì a domenica e solo in orario serale ma non è escluso che da ottobre le cose possano cambiare. Così come non è escluso che  a breve possa essere introdotta la possibilità di un menù degustazione che affiancherà la quotidiana proposta senza servizio al tavolo.

Senza dubbio un’ottima scusa per tornarci presto!


BONCI LUCCA

Via Romana, 1740/c – Lucca

Tel. 0583/464032

 

 

 

La degustazione di pizze, quel motivo in più per tornare da Apogeo.

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Pizza al vapore

Il problema dei menù di certe pizzerie è che vorresti farti portare tutto quello che è in carta. Non sempre però le persone sedute a tavola con te sono disposte a condividere le proprie ordinazioni e così spesso finisce che ti devi accontentare di assaggiare una pizza sola, che per quanto buonissima non riesce a placare la tua voglia di pizza.

Per i palati più curiosi, una soluzione può essere quella proposta da Massimo Giovannini, alla Pizzeria Apogeo di Pietrasanta, che offre ai suoi clienti, in ogni momento e senza prenotazione, la possibilità di scegliere il menù degustazione.  Io l’ho provato e posso garantire il risultato!

E’ una sera di Giugno ed è la prima volta che ceno nel giardino del locale, tra l’altro appena rinnovato, con candele e un lounge bar a disposizione dei clienti. Veramente una bella atmosfera.

Siamo in due e iniziamo il viaggio di degustazione (a sorpresa!) con la pizza al vapore, cotta in due tempi differenti, prima in teglia al vapore appunto, poi è messa sottovuoto e successivamente è rigenerata in forno ventilato. L’impasto utilizzato questa volta è lo stesso usato per fare il pane, ovvero un mix di farine con aggiunta di semi. Il risultato di questa cottura è un leggerissimo disco di pasta alto, croccante (quasi “vetrificato”) all’esterno e molto soffice e vaporoso all’interno. Ci viene servita in due varianti: una con pomodoro San Marzano, origano di Pantelleria e olio EVO e l’altra con l’aggiunta di burrata pugliese, alici del Mar Cantabrico  e capperi di Pantelleria. 

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Tris di gusti

Proseguiamo con una pizza che si fa in tre, con un “gusto” migliore dell’altro. Un terzo è con crema di asparagi preparata con maionese di soia, gambero rosso di Mazara del Vallo cotto a bassa temperatura, filetto di pomodoro San Marzano cotto in forno con origano, olio, sale e asparagi sbianchiti, un terzo con bottarga, burrata pugliese, zucchine del loro orto saltate in padella e aromatizzate con zenzero e granella di nocciole; per finire, l’ultimo terzo è con crema di zucchine aromatizzate con salsa tandoori, pomodori secchi e prosciutto cotto San Giovanni. 

La degustazione potrebbe essere conclusa, ma a noi sembra giusto proseguire (e concludere) il percorso con l’ottima focaccia, presentata in doppia veste: metà con tartare di fassona, insalata, burrata pugliese e maionese e l’altra metà con porchetta, burrata pugliese, cavolo verza e l’olio della porchetta stessa. 

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Le focacce

Il tutto accompagnato dalle bollicine del Franciacorta Brut Cantina Villa Crespia, chiamato Simbiotico proprio per l’utilizzo esclusivo di uve simbiotiche. L’abbinamento ben riuscito per questa “orizzontale” di pizza.

Se oltre alla bontà delle pizze di Massimo, al sorriso di Barbara, sua moglie, e alla simpatia di tutto lo staff, avessi avuto bisogno di un altro buon motivo per tornare sempre più spesso da Apogeo, ecco… potrei averlo trovato con il menù degustazione!

 

 


PIZZERIA APOGEO

Via Pisanica, 136 – Pietrasanta (Lu)

Tel. 0584/793394

Il conto: 3 pizze in formula degustazione, due birre piccole alla spina, una bottiglia di “Simbiotico” Villa Crespia = 79 €

Pizze da 7,5 a 15 € , pizza Margherita 7,5 €.

Otto: la pizza che mancava a Pisa adesso c’è.

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la pala

Ha aperto da un paio di mesi a Pisa Otto, una nuova pizzeria al taglio che in poco tempo sta riuscendo a farsi notare attirando una clientela sempre più numerosa.

I ragazzi dello staff sono tutti giovanissimi e sempre sorridenti, hanno iniziato da poco questa avventura e ne dimostrano chiaramente l’entusiasmo, non nascondono la loro inesperienza e con molta umiltà raccontano il percorso di formazione che gli ha consentito di proporre quella che al momento sembra essere la più buona pizza al taglio della zona.

Il locale si trova in centro, ma non in ztl. Sul marciapiede una rastrelliera per le bici, dall’altra parte della strada un ampio parcheggio accontenta anche chi si sposta in auto. Si mangia su tovagliette di cartapaglia con piatti e bicchieri di plastica o taglieri di legno, le bevande sono self-service, non c’è servizio al tavolo. Nota negativa, l’arredamento manca un po’ di personalità.

La scuola è romana e quella proposta, nemmeno a dirlo, è la pizza alla pala cotta nel forno elettrico. Lievitazione tra 48 e 72 ore a seconda delle necessità, per il momento nessun tentativo con la pasta madre. Oltre alle pizze vendute a peso, al banco anche calzoni, focacce ripiene e una selezione di fritti tra cui crocchette di patate e arancine, rigorosamente artigianali (ho visto con i miei occhi un tappeto di riso a raffreddare!) Ovviamente è possibile ordinare una pala “personale”, da asporto o da mangiare in loco e le pizze classiche e le soluzioni più “creative” possono essere combinate insieme, a piacimento.

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tranci

Ci sono stata una prima sera con un gruppo di amici quando mancava un minuto allo scoccare dell’orario di chiusura e nonostante questo siamo stati accolti, accomodati e serviti come fossimo stati i primi clienti della giornata. La cortesia, unita alla bontà della pizza, è stato per me il valido motivo per ritornare. A distanza di una settimana abbiamo ripetuto la cena ordinando due pale in 5 persone, ciascuna bigusto: una pala fiori di zucca e stracchino + quattro formaggi, porcini e tartufo e l’altra pala patate e nduja + pesto, pomodori secchi e scaglie di parmigiano. Le pizze, oltre a essere belle da vedere, sono ottime da mangiare. Bella alveolatura, impasto morbido ma con una crosticina piacevole sul fondo, gustosi i condimenti e, non meno importante, ben digeribili. Ah, e i prezzi sono più che onesti.

Da bere una lattina e due birre da 66 cl. Hanno promesso che si doteranno presto un frigo con solo birre artigianali, ma per adesso tocca accontentarsi.

Anche se Pisa ormai ha più pizzerie che campanili, questa ennesima apertura non può che essere accolta con gioia e… molta fame.


OTTO – PIZZA AL TAGLIO

Via Battelli, 3/A – Pisa

Tel. 050/541209

Pala classica (tra cui Margherita): 13 €, pala speciale: 18 €, pala “mista”: 16 €.

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Sì al tagliere, ma solo se scelgo io!

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la Bufalina

Recentemente sono tornata a cena a La Cereria, una tra le pizzerie pisane più conosciute. E’ domenica sera e siamo un gruppo di amici, ma tra sale interne e verandate i coperti non mancano e trovare posto anche all’ultimo minuto è abbastanza facile. Per agevolare il lavoro del cameriere, optiamo per la più divertente soluzione “tagliere”.

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la Vegetariana

Ogni tagliere corrisponde a due pizze singole e noi scegliamo di ordinare 6 pizze differenti. La scelta ricade su: la Bufalina, con pomodoro, mozzarella, crudo, bufala e ciliegini; la Trevisana, con mozzarella, speck, radicchio e mascarpone; la Omega3, con pomodoro pesce azzurro, noci e grana; la Formaggi, una quattro formaggi bianca; la Vegetariana, con pomodoro e verdure miste; e la Diavolina, con pomodoro, mozzarella, salame piccante e gorgonzola ma senza acciughe, come previsto

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la Trevisana

invece dal menù. Oltre alle pizze abbiamo ordinato anche un paio di lattine, alcune birre medie alla spina e una bottiglia di vino, oltre a qualche dessert a chiusura di cena.

Quella del tagliere è sicuramente una buona soluzione che permette di mangiare le pizze sempre calde, consente di assaggiare gusti diversi e, non meno importante, stimola la conversazione e lo scambio di opinioni proprio attorno alla pizza!

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la Formaggi

Tuttavia può non risultare facile accontentare i gusti di tutti e il rischio che qualcuno possa restare insoddisfatto è più che reale. Sopratutto se qualcuno, tipo me, non ordinerebbe mai una rossa e si ritrova invece a dover mangiare 4 su 6 pizze con il pomodoro!

 

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la Omega3

Le pizze del menù sono quasi tutte “tradizionali” (a parte qualche eccezione come la Omega3 che infatti ordiniamo proprio perché ci incuriosisce), l’impasto è saporito ma sembra non essere lievitato bene, il forno è a legna, il condimento è generoso, i prezzi eccezionali considerando che il locale si trova in pieno centro storico. Fiore all’occhiello, che però

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la Diavolina

non ha a che fare esattamente con la pizza, la gentilezza del personale (molto scherzoso anche con la treenne che era al nostro tavolo.).
Un posto in cui tornare, magari una sera d’estate, per cenare al fresco del loro giardino privato.

 

 


LA CERERIA

Via Pietro Gori, 33 – Pisa

Tel. 050/20336

Il conto: totale del gruppo diviso, 14 € a testa.

Pizze da 5 a 8 € , pizza Margherita 5€.

Più che una Tombola è una cinquina. Ma va bene anche così.

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Il menù

Cenare alla Pizzeria Spaghetteria La Tombola di Pisa è sempre un’esperienza molto originale.

L’ambiente è raccolto, la luce calda e soffusa illumina una sala unica che ha la dimensione del salotto di casa. I tavoli sono così vicini tra loro che le schiene sembrano quasi sfiorarsi.  Alle pareti tante foto di Totò, mensole con fiaschi di vino impagliati e statuine del presepe napoletano, tra cui spicca l’immancabile Pulcinella. Su ogni tavolo tovaglie di carta stoffa, una bottiglia di benvenuto (a pagamento, ovviamente) e il menù plastificato e colorato, pieno di artigianali “post-it” scritti a mano per segnalare le pizze del giorno. La cucina -e il forno, evidentemente- sono nel retro, nascosti alla vista dei clienti. Si occupano dell’ordine e del servizio due uomini (padre e figlio), discreti e cortesi ma non eccessivamente socievoli. L’atmosfera complessiva, personale compreso, è un po’ d’antan, per non dire obsoleta, e a tatti trascurata ma certamente unica proprio per questo.

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La Tartufata

A La Tombola si fanno anche primi e secondi piatti, ma noi siamo li per le pizze, ci concentriamo su quelle e,in quattro, ne ordiniamo quattro differenti per fare il solito”gioco della degustazione” (senza chiedere però di servircele una alla volta, perché abbiamo come l’impressione che potrebbe non essere una richiesta gradita.)

Scegliamo dalla carta la Tartufata, con salsa di tartufo, grana a scaglie, pomodoro, mozzarella, rucola, funghi porcini e champignon, e tra le pizze particolari (come le chiamano loro) la

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La Pistacchiata

Pistacchiata, bianca con fonduta cremosa di pistacchi, salsiccia e mozzarella di bufala. Tra le proposte del giorno, entrambe bianche, la Burrata, con burata pugliese, mozzarella di bufala e prosciutto crudo, e la Bianca, con mozzarella, crema di pecorino romano e lardo.  Per tutte le pizze optiamo per l’impasto tradizionale, anche se avremmo potuto oltre per un impasto integrale, ai sette cereali o con carbone vegetale. Le pizze ci arrivano dopo poca attesa, giù suddivise in quarti come da nostra richiesta.

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Un’estetica senza pretese che non tradisce le aspettative, qualche errore nel topping (il crudo è tagliato a fette troppo spesse e la rucola sembra passata dalla busta del supermercato direttamente sulla pizza) ma apprezzo la cura messa nel farcire ogni quarto allo stesso modo, cercando di evitare disparità nel condimento. L’impasto è un po’ asciutto e il cornicione non così gustoso come ci si aspetterebbe da una pizza napoletana, ma comunque ben digeribile.

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La Burrata

Non ordiniamo dolci ma beviamo, oltre alla battiglia di Nero d’Avola con cui abbiamo pasteggiato, due amari di fine cena.

La Tombola è un posto in cui tornare se si vuole cenare in centro storico, se si cerca un locale “non convenzionale” o se si vuole mangiare una pizza diversa dalle classiche proposte cittadine ma pur sempre senza grosse pretese e purtroppo lontana dalla definizione di “pizza gourmet” come qualcuno, forse un po’ superficialmente, si è azzardato ad etichettarla. Anche se non è esattamente la “tombola” delle pizzerie, per una serata piacevole a Pisa ci si può accontentare anche di una cinquina!


PIZZERIA SPAGHETTERIA LA TOMBOLA

Via Palestro, 2 – Pisa

Tel. 050/598806

Pizze da … a 10 €, pizza Margherita … €

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Il conto

 

I Tigli: pizza o non pizza. E’ questo il problema?

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Simone Padoan e la sua cucina a vista

Che la pizza sia nata a Napoli è un dato di fatto. Ma forse non tutti sanno che per mangiare la pizza più buona d’Italia è necessario uscire dalla Campania e spostarsi un po’ più a nord, a San Bonifacio, in provincia di Verona. O almeno questo è quello che ci è stato insegnato.

Che sia o no la migliore pizza, quello che è certo è che a Simone Padoan va il merito di avere inventato un nuovo tipo di pizza, la pizza gourmet, e per questo motivo cenare almeno una volta da I Tigli diventa quasi un dovere “scientifico”, prima ancora che un piacere.

Design mimal, accoglienza molto professionale, un’ampia sala unica dove oltre ai tavoli, al centro, c’è anche un grande bancone conviviale, una vetrata sul fondo che svela il giardino, ma soprattutto una cucina a vista dove ci si può incantare osservando la brigata al lavoro. Basta mettere un piede nel “ristorante di pizza”, come è stato definito, per capire fin da subito che ci si trova in un luogo unico per il suo genere.

E’ il sabato sera prima dell’apertura di Vinitaly, siamo al terzo turno di servizio, il locale è affollato. C’è un po’ di confusione e da piccoli dettagli si percepisce un po’ di stanchezza da parte del personale di sala (un esempio? il croissant di benvenuto, che è già stato servito a tutti intorno a me, mi viene portato in ritardo, contemporaneamente all’arrivo della prima pizza e, soprattutto, dietro mia richiesta.) Ripendandoci, forse non è stata l’idea migliore andare in visita al tempio della pizza proprio quel giorno, ma d’altra parte non capita spesso di trovarsi nei paraggi di Verona, quindi meglio approfittarne.

Il momento della scelta è quasi un rituale sacro, fatto di suggestioni, di dettagli, di ricordi e l’occhio che si posa sul menù de I Tigli ne resta abbagliato dalla bellezza delle proposte e dall’eccellenza degli ingredienti. Se è la prima volta che ci si trova seduti lì, come lo era per me, arrivati a quel punto, la curiosità si trattiene a fatica e si ha solo voglia di ordinare per scoprire il prima possibile com’è la famosa pizza di Simone Padoan. Oltre ad un menù di pizze straordinario per ricchezza e varietà, una carta di birre artigianali (anche alla spina) e di vini di tutto rispetto, che tiene conto di produzioni indipendenti e naturali.

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La Pane e Parmigiano

Seppur orfana del menù degustazione, ho comunque la fortuna di poter assaggiare due pizze differenti, accompagnate da un bianco del Collio firmato Franco Terpin. Scelgo la Pane e Parmigiano, con carciofi e culatello di Zibello Antica Corte Pallavicina e una Pizza del giorno con carpaccio di dentice marinato agli agrumi, silene e crema di pistacchio. Voglio chiamarle pizze anche se la distanza tra quella di Padoan e una Verace è la stessa che c’è tra il suo locale e una comune pizzeria. L’impasto, lievitato naturalmente, è usato semplicemente come base su cui “poggiare”, piatti cucinati sapientemente, come la faraona al forno o il maialino da latte, o crudité di mare, tra cui la sua più famosa è quella con gambero rosso crudo e burrata. Buono l’impasto e ancor di più il topping che però ho trovato “slegato” dalla sua base. Quelle di Padoan più che pizze a me sono sembrate opere d’arte culinaria, disegnate su una tela di farina lievitata.

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La Pizza del Giorno

Fingersi stupita dai prezzi sarebbe sciocco anche perché nessuno ormai arriva a I Tigli ignaro. Ma nonostante la bellezza e la bontà delle creazioni, o l’abilità, la sapienza e l’innovazione che si riconosce a questa cucina, non riesco ad attribuire all’esperienza il valore richiesto e non nascondo che, pur essendo preparata, vedere certe cifre nero su bianco associate ad un piatto tradizionalmente popolare mi ha provocato un leggero fastidio.

Il rimpianto,  conseguenza di una serata così “affollata”, è quello di non aver ordinato il menù degustazione. Ancora non riesco a fare pace con me stessa per aver scordato di richiederlo anche se mi sento di condividere la colpa a metà con la cameriera che mi ha servita, che così come si è scordata di propormi i piatti fuori carta (che avevo però origliato dai miei vicini), ha completamente omesso la possibilità di fare un percorso di assaggio tra varie pizze. Probabilmente potrei tornare ad essere serena solo se sapessi che non si è trattato di dimenticanza ma semplicemente di sospensione dei menù degustazione in serate di quel tipo. Purtroppo, non lo saprò mai.

O forse sì, basta tornare a cena a San Bonifacio. Senza fretta però.


I TIGLI

Via Caporosolo, 11 – San Bonifacio (Vr)

Tel. 045/6102606

Il conto: 2 pizze, una bottiglia d’acqua naturale, una bottiglia di “Quinto Quarto Bianco” 2015 Franco Terpin = 86 €

Pizze da 10 a 36 €, pizza Margherita da 8 a 22 €.

Una kambusa napoletana sulle rive del lago di Puccini.

Domenica sera, voglia di pizza: l’occasione giusta per provare la “stellata” Kambusa di Massarosa (Lu).

Il locale, che si trova sulla statale di collegamento tra Viareggio e Lucca, è ospitato in un edificio di recente costruzione, ha una sala unica che si snoda attorno alla zona del forno (a gas), arredamento moderno e una grande parete a vetri che rende l’ambiente arioso e luminoso. Durante la bella stagione, a disposizione dei clienti anche un giardino. 

Curiosi di assaggiare pizze differenti, chiediamo di poter fare una degustazione, ovvero che le pizze vengano servite una alla volta, così da poter essere gustate con la giusta calma e senza correre il rischio che diventino fredde. Il personale di sala accetta facilmente la nostra proposta, probabilmente non è la prima volta che ricevono una richiesta di questo tipo. (Lo staff si dimostrerà molto disponibile anche in seguito, quando aprendo la prima bottiglia di vino chiederemo di cambiarla a causa di un forte sentire “di tappo”.)

Ci immergiamo nel menù, fatto anche di primi e secondi piatti. Non ci sono “pizze del giorno” ma le proposte della Kambusa sono comunque già sufficienti a stuzzicare la nostra curiosità. Scorrendo le pagine, l’impronta “campana” emerge in modo chiaro, sia nei nomi scelti per le pizze, che, sopratutto, negli ingredienti utilizzati: il pomodoro di San Marzano DOP o il pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP (ex Presidio Slow Food), l’origano del Monte Matese, la mozzarella di bufala campana, il fior di latte e la burata di Agerola, il provolone del Monaco DOP, la Mela Annurca (o melannurca) campana. Oltre a questi prodotti regionali, si nota un’attenzione generale anche verso altre eccellenze gastronomiche o tipicità di altri territori. Un esempio? la Mortadella di Bologna IGP, il Lardo di Colonnata IGP, le acciughe del Mar Cantabrico…

Ognuno fa la sua scelta cercando di evitare la ripetizione degli ingredienti con l’obiettivo di assaporare più gusti possibile. Ordiniamo 2 pizze rosse e 3 bianche:

la Parmigiana, con pomodoro di San Marzano DOP Gustarosso, provola affumicata, melanzane al forno, scaglie di parmigiano reggiano, olio evo toscano, basilico

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la Parmigiana

la San Gennaro, con pomodorino giallo del sarnese, stracciata di burata agerolese, acciughe del cantabrico, olio evo toscano -burrata e acciughe è sempre una garanzia

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la San Gennaro

la Pulcinella, con pomodoro di San Marzano DOP Gustarosso, fiori di latte di Agerola, ricotta, pepe macinato fresco, pancetta croccante

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la Parmigiana

la Baccalà, con fior di latte di agerola, peperoni verdi saltati (friggitelli), baccalà grigliato, mela annurca, olio evo – strepitoso il baccalà!

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la Baccalà

la Ginger, con vellutata di zucca trombetta, lardo di Colonnata IGP, provola affumicata di Agerola, zenzero – originale l’uso dello zenzero, peccato per il lardo che si è sciolto subito

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la Ginger

La pizza è napoletana, impasto morbido, leggermente abbrustolito ma mai bruciato, con un bel cornicione. Topping originali, utilizzo di prodotti campani (molti DOP nel menù), una presentazione non troppo attenta all’immagine.

Confesso che più di tutte avrei voluto provare la Tarantella che quella sera purtroppo era indisponibile. Altro grande assente, oltre alla pizza di bandiera, il cambusiere… ovvero Gennaro Battiloro, il promettete pizzaiolo che in meno di due anni ha portato la Kambusa ad ottenere fama e riconoscimenti (tra i quai svettano i 3 spicchi Gambero Rosso.)

Un’ottima serata, una pizza che merita di essere rigustata il prima possibile, un rammarico, quello di non aver trovato in carta una selezione di birre artigianali, e un rimpianto, il non aver provato la variante con impasto SCURO. 

Un rimpianto però che si trasforma in una buona scusa per poter tornare presto sulle rive del lago di Massaciuccoli sperando di poter incontrare, la prossima volta, anche il regista di queste ottime pizze. 


LA KAMBUSA

Via della Torbiera, 38 – Massarosa (Lu)

Tel. 0584/631832

Il conto: 5 pizze, una bottiglia d’acqua naturale, una bottiglia di vino, due birre medie = 85 €.

Pizze da 6 a 11 €, pizza Margherita 6,50 €

La Tana, pizze e cortesia dal 1968.

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La Trevisana

La Tana è una delle poche pizzerie storiche rimaste in attività a Pisa.

Aperta nel 1968, gestione familiare tramandata dai genitori ai figli, è uno di quei posti in cui tutti i pisani (e non solo) almeno una volta sono stati a cena.

Tra i fattori che hanno contribuito a renderla così “popolare”, sicuramente la posizione in pieno centro storico e i prezzi da sempre contenuti (anche dopo la ristrutturazione!).

Le pizze non possono certamente essere confrontate con le quelle sfornate dalle pizzerie gourmet che ci piace frequentare, ma nella loro semplicità riescono a essere più che soddisfacenti.

Il menù è diviso in pizze tradizionali, bianche, speciali e focacce ripiene. Tutte naturalmente cotte al mattone nel forno a legna. Oltre alle pizze, una scelta di antipasti e primi o secondi piatti preparati in una cucina quasi a vista.

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Bufala e porcini, Capricciosa e Margherita con il crudo.

Fanatica delle pizze bianche, ho sostituito la mia prima scelta (indisponibile per mancanza delle patate!) con una Trevisana senza pomodoro: mozzarella, grana e radicchio trevisano. Impasto basso e un po’ troppo croccante per i miei gusti, ma comunque gustosa.

Le altre pizze ordinate al mio tavolo, tutte rosse, avevano il cornicione un po’ bruciato ma sembravano ricche di condimento. Purtroppo non avendole assaggiate non posso dire molto di più.

Alla spina solo birra industriale ma la presenza in carta di una selezione del Birrificio Artigianale di Buti, piccola realtà della provincia, dimostra attenzione alla qualità e curiosità nei confronti di prodotti nuovi.

Gradita sorpresa: al momento del conto ci vengono offerti gli antipasti* arrivati con un po’ di ritardo!

Sebbene nel menù non abbia trovato niente di particolarmente stupefacente (ne’ per creatività, ne’ in termini di lavorazione o cottura) e la qualità della pizza rientri nella media delle pizzerie cittadine, la gentilezza del personale e l’attenzione verso il cliente* saranno il buon motivo per tornare a cenare a La Tana ancora una volta.

* nel bagno delle donne c’è persino un fasciatoio, cosa rarissima ancora in città.


PIZZERIA LA TANA

Via San Frediano, 6 – Pisa

Tel. 050/580540

il conto: 2 antipasti*, 4 pizze, 4 birre medie, 1 bottiglia d’acqua, 2 caffè = 51 euro