A San Patrignano la pizza è “stupefacente”.

Lo slogan scelto da questa pizzeria (“qualità stupefacente”) è una delle cose più azzeccate, insieme al nome della pizzeria stessa, Pizzeria Sp.Accio, che gioca su un doppio, se non addirittura triplice, significato, dato che la pizzeria, insieme ad altre attività legate all’agroalimentare, al design e all’artigianato, è uno dei satelliti della comunità di San Patrignano. (sì, esatto, “quella” comunità).

la Margherita

la Margherita

E’ martedi sera e anche se i tavoli sono quasi tutti pieni nessuno ci fa problemi per turni e di orari. L’arredamento è semplice perché in questo periodo la pizzeria è ospitata temporaneamente in una sede differente (causa lavori nella location originale) ma c’è comunque il forno a legna, un ampio spazio e il personale di sala numeroso, giovane e sorridente.

Il menù è chiaro, completo e (detto dal cuoco che siede con me) difficile da tenere aggiornato ed oltre alle pizze ha una sezione dedicata alla cucina e una ai dolci. La parte “pizzeria” è articolata in quattro capitoli (la tradizione, le classiche, il gusto, la creatività) che arrivano dopo un’intro sulla nascita del progetto, sulla lavorazione degli impasti e sull’origine delle materie prime e degli ingredienti delle pizze.

Sotto il nome di ogni pizza è indicato il vino e la birra (spesso artigianale) che meglio vi si abbina, inoltre c’è sempre il suggerimento per un impasto diverso da quello tradizionale (le possibilità sono: classico, kamut, grano spezzato con farina di farro). Il lievito utilizzato per tutti gli impasti è quello naturale, nato nel 2005 da due mele verdi e una gialla, come recita orgogliosamente il menù. Non sono certa che la lista vari a seconda delle stagioni, e sicuramente non vi erano delle proposte extra carta, ma è doveroso notare che molti degli ingredienti utilizzati sono autoprodotti dalla comunità, quindi a Km0 o quasi.

la Gatteau

la Gatteau

Scegliamo 3 pizze: una della “tradizione”, la Margherita con impasto regolare,  la Gatteau, dalla sezione “gusto”, con impasto di kamut, e una pizza “creativa”, la Mondiale, anche questa con l’impasto consigliato, quello al farro e grano spezzato.

Della Margherita ne assaggio solo uno spicchio, quindi posso dire poco, tranne il fatto che era molto calda e molto tonda! Non apprezzo particolarmente le pizze con salsa di pomodoro, ma questa era gradevole e l’impasto era soffice.

Le altre due pizze ci arrivano contemporaneamente e questo, insieme ad un ambiente non troppo riscaldato e ad un piatto di servizio non fosse nemmeno vagamente tiepido, fa si che le due pizze si raffreddino quasi subito. Peccato. Temperatura a parte, le due creazioni sono un piacere per gli occhi e per il palato.

la Mondiale

la Mondiale

La Gatteau (con mousse di patate al rosmarino, mozzarella fior di latte, salame di Brinato di San Patrignano e Grana Padano) ci sorprende per la sua delicatezza mentre la Mondiale (con mozzarella di bufala, salsiccia di Mora, cuori di carciofini, topinambur e riduzione di Aulente) ha un profumo che ricorda una passeggiata di dicembre tra i mercatini delle Fiandre. Impasti azzeccati, pizze ben cotte e abbinamenti interessanti. Anche questa volta il Gambero ha avuto ragione.

L’unico rammarico che abbiamo è quello di non aver cenato nell’antico casale, sede originale della pizzeria e dello showroom, ora in fase di ristrutturazione. Diciamo che useremo questa scusa… per tornarci presto!


PIZZERIA SP.ACCIO

Via San Patrignano, 66 – Coriano (RN)

Tel. 0541/362488

il conto

il conto

 

L’Apogeo della pizza, di nome e di fatto.

Culatello, rucola, pomodorini e fiocchi di burata

Culatello, rucola, pomodorini e fiocchi di burata

Finalmente i nostri occhi e le nostre papille hanno incontrato una pizzeria di cui si è felici di parlare, che si trova a Pietrasanta (Lu) e si chiama Apogeo. Massimo, pizzaiolo e proprietario, ha una passione vera e nel suo “tempio” ogni cosa, a partire dagli ingredienti scelti fino alle decorazioni, ci comunica questo amore.

Un piccolo cascinale (che ha un giardino che in estate deve essere favoloso!), il sorriso che ci accoglie all’ingresso, il forno a vista, un ambiente molto luminoso. La sala per i clienti è al piano superiore e questo non ci permette di vedere le “mani in pasta”, ma il dispiacere di non essere lontani dal pizzaiolo all’opera è compensato dalla gentilezza e disponibilità del personale.

Ambiente confortevole, pulito, spazioso, forse un tantino rumoroso nel clou della serata, quando la sala è piena. Arredamento minimale, moderno, sui toni del bianco e grigio. Accogliente e, nella sua semplicità, elegante.

Burrata e alici

Burrata e alici

Il menù delle pizze è ben organizzato: diviso tra pizze della tradizione, pizze oggi e pizze di innovazione (pizze gastronomiche, o gourmet, che dir si voglia), guida facilmente il cliente nella scelta. A completare l’offerta un’indicazione con le pizze “di stagione”, che varia in base alle materie disponibili e all’ispirazione della cucina. Inoltre, nel menù, anche antipasti, grigliate, insalate e dessert. La carta dei vini è composta da etichette di qualità suddivise per regione di provenienza, con una proposta di vini al bicchiere. Le birre sono artigianali sia alla spina che in bottiglia. 

Siamo in quattro e scegliamo di ordinare ciascuno una pizza diversa da condividere, per poter sperimentare più combinazioni. Accettiamo di fare la “degustazione”, così come proposto dal cameriere (ovvero: un’alzatina sul tavolo e pizze che ci vengano servite una alla volta e già porzionate) ma solo a posteriori capiamo che questo escamotage è banalmente un modo per semplificare l’attività del forno e a noi, che già eravamo pronti a dividerci le nostre pizze, non porta alcun vantaggio.

Porcini, roquefort e speck

Porcini, roquefort e speck

Mentre aspettiamo le pizze ci viene servito un omaggio di benvenuto: un quadretto di schiacciata di farina integrale farcita con un po’ di porchetta e un formaggio cremoso (senza nome!). E’ vero, il coperto si paga (1, 50 € cad.) ma diciamocelo: sono più frequenti i locali che per la stessa cifra non solo non offrono niente, ma a volte faticano addirittura ad essere cortesi!

Ordiniamo una pizza di stagione, la Filetto di baccalà cotto a vapore e stufato in salsa di pelati, foglie di cavolo nero, crema di ceci e julienne di cipolla caramellata, due pizze “oggi”, Porcini, roquefort e speck e, a base bianca, Culatello, rucola, pomodorini e fiocchi di burata. Tra le pizze “innovazione” scegliamo una Burrata e alici, con burrata pugiese, alici del mar cantabrico e filetti del pomodoro.

L’impasto è lo stesso per tutte le pizze: una miscela di due diverse farine macinate a pietra (Petra 1 e Petra 9), impiego di lievito madre e lunga lievitazione.  Se proprio devo essere “capricciosa” dico che in alcune delle pizze assaggiate l’impasto sembrava appena più asciutto, ma nel complesso era molto saporito, croccante all’esterno e morbido internamente.

Rispetto alla scelta dei condimenti, devo ammettere di aver peccato di ingenuità nel non chiedere conferma che le pizze fossero tutte a base bianca (eh si, ho una personale avversione per la salsa di pomodoro!) e così due su quatto erano rosse come un bel tramonto d’estate. Fortunatamente però non sono l’unica a non aver particolarmente gradito la scelta di combinare il roquefort con il pomodoro, così come quella di stufare il baccalà nella salsa di pelati. E’ vero anche che nelle pizze senza salsa gli ingredienti che la farcivano risultavano un po’ “slegati” dall’impasto. In generale comunque, le pizze erano ben condite e su ogni fetta si potevano ritrovare tutti gli ingredienti del menù (evitando litigi o furti tra i commensali!). La migliore? Senza dubbio la burrata&alici!

Filetto di baccalà cotto a vapore e stufato in salsa di pelati, foglie di cavolo nero, crema di ceci e julienne di cipolla caramellata

Filetto di baccalà cotto a vapore e stufato in salsa di pelati, foglie di cavolo nero, crema di ceci e julienne di cipolla caramellata

Apogeo è la prima pizzeria che ci ha soddisfatti veramente: per la scelta degli ingredienti, la creatività nelle combinazioni, la varietà delle proposte, oltre che per la cortesia, la professionalità e la qualità del contesto.

L’apogeo della pizza (di zona), di nome e di fatto e la conferma che i 3 spicchi Gambero Rosso questa volta sono stati assegnati per meriti sul campo.

Peccato che non sia sotto casa, altrimenti sarebbe una tappa fissa!


PIZZERIA APOGEO

Via Pisanica, 136 – Pietrasanta (Lu)

Tel. 0584/793394

il conto

il conto

Altro che campanaro, Martino è un pizzaiolo!

Una pizza di cui tutti parlano in città, non poteva non essere assaggiata anche da noi. E così, ieri sera, con un gruppo di amici, siamo andati per la prima volta alla Pizzeria Martino di Pisa.

La pizzeria è situata in una traversa, a fondo chiuso, di Via San Martino, in centro storico, in un angolo di città che ha un’atmosfera da piccolo paese.

Attila

Attila

Barbapapà

Barbapapà

Un’unica sala di media dimensione, senza identità, ma nel complesso accogliente: pareti con sasso a vista, eco-lampadari lievemente kitsch creati con bicchieri di plastica, radio locale come colonna sonora. All’esterno un pergolato lascia intuire che nella stagione calda ci sia spazio per mangiare all’aperto.

I proprietari, napoletani, propongono un menù “partenopeo” ampio e originale: tranne le poche “canoniche”, tutte le pizze hanno nomi di personaggi storici, dei cartoons ecc.  e sono create con combinazioni originali di ingredienti (c’è la sezione “dietetiche” tra cui si legge di una pizza con la trippa!). Oltre alle pizze anche calzoni e panuozzi (che non abbiamo ordinato, ma abbiamo spiato nei tavoli a fianco… e all’occhio facevano una gran figura!). Fanno anche pizze per l’asporto e consegna a domicilio.

Re Ferdinando

Re Ferdinando

Veniamo al nostro ordine: due Attila, pizza bianca con mozzarella, radicchio, speck e gorgonzola, una Re Ferdinando, pizza bianca con bufala, friarielli e salsicci, una Heidi, pizza bianca con mozzarella, speck, gorgonzola, porcini, pomodorini e noci, una Barbapapà, pizza bianca con mozzarella, patate al forno, pancetta, pomodorini, rosmarino, olio extravergine, grana grattugiato, e una Pinocchio, pizza rossa con salsa di pomodoro, mozzarella di bufala, pomodorini, salamino piccante, grana a scaglie, basilico fresco. Da bere abbiamo scelto acqua e qualche birra Franziskaner in bottiglia da 0,5 lit, notando che i proprietari danno scarsa attenzione alla qualità delle bevande offerte (varietà di bibite e birre tra spina e bottiglie, ma tutte di tipo industriale).

Pinocchio

Pinocchio

Heidi

Heidi

Delle due pizze che ho assaggiato (Attila e Re Ferdinando) posso dire che: la cottura era corretta, anche se le macchie di leopardo sulla base erano a volte un po’ troppo scure (leggi, bruciacchiate), la pasta morbida, con un bel cornicione. Gli ingredienti ottimi e il condimento abbondante. Nel complesso davvero due buone pizze, ad un prezzo onesto! …e posso confermare lo stesso giudizio anche per i miei amici! (unica nota negativa: la salsa di pomodoro della Pinocchio.)

Bravo “Martino”, altro che campanaro. E’ la pizza la tua vera vocazione!


PIZZERIA MARTINO

Piazzetta del Crocifisso, 4 – Pisa

Tel. 050/8667391

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il conto