Più che una Tombola è una cinquina. Ma va bene anche così.

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Il menù

Cenare alla Pizzeria Spaghetteria La Tombola di Pisa è sempre un’esperienza molto originale.

L’ambiente è raccolto, la luce calda e soffusa illumina una sala unica che ha la dimensione del salotto di casa. I tavoli sono così vicini tra loro che le schiene sembrano quasi sfiorarsi.  Alle pareti tante foto di Totò, mensole con fiaschi di vino impagliati e statuine del presepe napoletano, tra cui spicca l’immancabile Pulcinella. Su ogni tavolo tovaglie di carta stoffa, una bottiglia di benvenuto (a pagamento, ovviamente) e il menù plastificato e colorato, pieno di artigianali “post-it” scritti a mano per segnalare le pizze del giorno. La cucina -e il forno, evidentemente- sono nel retro, nascosti alla vista dei clienti. Si occupano dell’ordine e del servizio due uomini (padre e figlio), discreti e cortesi ma non eccessivamente socievoli. L’atmosfera complessiva, personale compreso, è un po’ d’antan, per non dire obsoleta, e a tatti trascurata ma certamente unica proprio per questo.

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La Tartufata

A La Tombola si fanno anche primi e secondi piatti, ma noi siamo li per le pizze, ci concentriamo su quelle e,in quattro, ne ordiniamo quattro differenti per fare il solito”gioco della degustazione” (senza chiedere però di servircele una alla volta, perché abbiamo come l’impressione che potrebbe non essere una richiesta gradita.)

Scegliamo dalla carta la Tartufata, con salsa di tartufo, grana a scaglie, pomodoro, mozzarella, rucola, funghi porcini e champignon, e tra le pizze particolari (come le chiamano loro) la

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La Pistacchiata

Pistacchiata, bianca con fonduta cremosa di pistacchi, salsiccia e mozzarella di bufala. Tra le proposte del giorno, entrambe bianche, la Burrata, con burata pugliese, mozzarella di bufala e prosciutto crudo, e la Bianca, con mozzarella, crema di pecorino romano e lardo.  Per tutte le pizze optiamo per l’impasto tradizionale, anche se avremmo potuto oltre per un impasto integrale, ai sette cereali o con carbone vegetale. Le pizze ci arrivano dopo poca attesa, giù suddivise in quarti come da nostra richiesta.

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Un’estetica senza pretese che non tradisce le aspettative, qualche errore nel topping (il crudo è tagliato a fette troppo spesse e la rucola sembra passata dalla busta del supermercato direttamente sulla pizza) ma apprezzo la cura messa nel farcire ogni quarto allo stesso modo, cercando di evitare disparità nel condimento. L’impasto è un po’ asciutto e il cornicione non così gustoso come ci si aspetterebbe da una pizza napoletana, ma comunque ben digeribile.

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La Burrata

Non ordiniamo dolci ma beviamo, oltre alla battiglia di Nero d’Avola con cui abbiamo pasteggiato, due amari di fine cena.

La Tombola è un posto in cui tornare se si vuole cenare in centro storico, se si cerca un locale “non convenzionale” o se si vuole mangiare una pizza diversa dalle classiche proposte cittadine ma pur sempre senza grosse pretese e purtroppo lontana dalla definizione di “pizza gourmet” come qualcuno, forse un po’ superficialmente, si è azzardato ad etichettarla. Anche se non è esattamente la “tombola” delle pizzerie, per una serata piacevole a Pisa ci si può accontentare anche di una cinquina!


PIZZERIA SPAGHETTERIA LA TOMBOLA

Via Palestro, 2 – Pisa

Tel. 050/598806

Pizze da … a 10 €, pizza Margherita … €

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Il conto

 

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La Tana, pizze e cortesia dal 1968.

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La Trevisana

La Tana è una delle poche pizzerie storiche rimaste in attività a Pisa.

Aperta nel 1968, gestione familiare tramandata dai genitori ai figli, è uno di quei posti in cui tutti i pisani (e non solo) almeno una volta sono stati a cena.

Tra i fattori che hanno contribuito a renderla così “popolare”, sicuramente la posizione in pieno centro storico e i prezzi da sempre contenuti (anche dopo la ristrutturazione!).

Le pizze non possono certamente essere confrontate con le quelle sfornate dalle pizzerie gourmet che ci piace frequentare, ma nella loro semplicità riescono a essere più che soddisfacenti.

Il menù è diviso in pizze tradizionali, bianche, speciali e focacce ripiene. Tutte naturalmente cotte al mattone nel forno a legna. Oltre alle pizze, una scelta di antipasti e primi o secondi piatti preparati in una cucina quasi a vista.

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Bufala e porcini, Capricciosa e Margherita con il crudo.

Fanatica delle pizze bianche, ho sostituito la mia prima scelta (indisponibile per mancanza delle patate!) con una Trevisana senza pomodoro: mozzarella, grana e radicchio trevisano. Impasto basso e un po’ troppo croccante per i miei gusti, ma comunque gustosa.

Le altre pizze ordinate al mio tavolo, tutte rosse, avevano il cornicione un po’ bruciato ma sembravano ricche di condimento. Purtroppo non avendole assaggiate non posso dire molto di più.

Alla spina solo birra industriale ma la presenza in carta di una selezione del Birrificio Artigianale di Buti, piccola realtà della provincia, dimostra attenzione alla qualità e curiosità nei confronti di prodotti nuovi.

Gradita sorpresa: al momento del conto ci vengono offerti gli antipasti* arrivati con un po’ di ritardo!

Sebbene nel menù non abbia trovato niente di particolarmente stupefacente (ne’ per creatività, ne’ in termini di lavorazione o cottura) e la qualità della pizza rientri nella media delle pizzerie cittadine, la gentilezza del personale e l’attenzione verso il cliente* saranno il buon motivo per tornare a cenare a La Tana ancora una volta.

* nel bagno delle donne c’è persino un fasciatoio, cosa rarissima ancora in città.


PIZZERIA LA TANA

Via San Frediano, 6 – Pisa

Tel. 050/580540

il conto: 2 antipasti*, 4 pizze, 4 birre medie, 1 bottiglia d’acqua, 2 caffè = 51 euro

Mai provata una pizza con la nocciola… di Bronte?

il menù

il menù

Questa settimana abbiamo scelto di assaggiare la pizza di Regginella, pizzeria conosciuta a Pisa, leggermente distante dalle strade della movida cittadina ma ugualmente frequentata soprattutto da studenti e militari (data la vicinanza con la SMIPAR, la Scuola Militare di Paracadutismo).

Credevamo, optando per una cena domenicale, che avremmo evitato l’eccessiva confusione…  Peccato non aver calcolato un ulteriore elemento di “disturbo”: il maxi televisore che posizionato nell’unica sala della pizzeria ha trasmesso il posticipo della Serie A di calcio, catturando l’attenzione di molti (tra cui alcuni dei miei commensali!).

Mergellina

Mergellina

La sala in cui si mangia è praticamente unica (e questo potrebbe essere un problema nei giorni più affollati), l’arredamento semplice ricorda quello di una trattoria con qualche anno d’eta (forse anche per l’assenza del forno per le pizze, che si trova in un altro ambiente – di sola cottura e vendita per asporto-, collegato con una porta alla sala principale), alle pareti i paralumi decorati con le immagini di una Napoli antica illuminano a giorno l’ambiente. E’ evidente che i gestori non prestano troppa attenzione all’ “immagine” del locale, un esempio su tutti: componendo il nostro tavolo grazie a tre tavolini quadrati è stato scelto, in maniera buffa, di tenere il tavolo più piccolo e più basso in posizione centrale… credo più per disattenzione che per ricerca di simmetria!

Trinacria

Trinacria

Ci sediamo stando attenti ai nostri gomiti (quanto fanno male i colpi presi negli spigoli!?) e prima ancora di avere il tempo di chiedere il menù il padrone di casa, con un talento che solo i migliori venditori hanno, ci convince ad ordinare “qualche” antipasto: crocchette, carciofi fritti, frittelle di formaggio, polpo e patate, bocconcini di bufala, olive, pomodori secchi, scamorzine fresche affumicate… Tutto molto buono, non c’è che dire, ma se l’obiettivo era assaggiare e valutare delle pizze, questa entrata ci rovina sia il gusto, perché da Regginella si è molto generosi con l’aglio!, che lo stomaco, perché per far spazio a tutti quei bocconcini ci resta poco appetito per il piatto principale!

Ortolana

Ortolana

Dopo aver ordinato un po’ d’acqua e qualche birra alla spina (nessuna traccia di birre artigianali o vini di qualità) è il momento di scegliere le pizze, non prima però di aver cercato di interpretare degli strani simboli sul menù, una specie di codice segreto, un semaforo a soli due colori, totalmente indecifrabile: un pallino bianco e/o un pallino rosso affiancati ai nomi delle pizze. Che servano a distinguere le pizze bianche dalle rosse? Oppure le rosse con salsa da quelle con pomodori a fette? O ancora le rosse che possono trasformarsi in bianche e viceversa? Ai posteri l’ardua sentenza.

Veniamo all’ordine: una Surriento, con pomodorini freschi, funghi porcini, provola di bufala e basilico, due Mergellina, con mozzarella, friarielli, salsiccia fresca e basilico, una Spacca Napoli, con salsa di pomodoro, mozzarella, prosciutto cotto, funghi e basilico, una Ortolana (chiamata anche Edoardo… a seconda di chi prende la comanda), con mozzarella e verdure miste della casa e una Trinacria, con provola di bufala, pomodorini, pistacchi di Bronte, love, capperi e acciughe.

Surriento

Surriento

All’esame visivo devo ammettere che hanno tutte un ottimo aspetto ma il mio palato mi permette di giudicare solo le due che ho potuto assaggiare: Mergellina e Trinacria. Entrambe ben cotte, hanno una forma leggermente irregolare e un bel cornicione, forse un po’ troppo “gommoso”. La macchiatura sotto è uniforme e senza bruciature (ma non vale per tutte le pizze al mio tavolo!). Anche se la pizza con i friarielli è sempre una delle mie scelte preferite, di questa non ho apprezzato l’utilizzo della salsiccia fresca (la avrei preferita leggermente cotta, magari saltata insieme alla verdura) e l’eccessiva spinta amaricante dei broccoli.

Sulla Trinacria invece si è creato un vero problema.

Spacca Napoli

Spacca Napoli

Avevo scelto questa pizza proprio per la presenza dei pistacchi, ma una volta nel piatto cosa trovo? Nocciole! Sì, acciughe, capperi e… nocciole! No, non granella, proprio nocciole sgusciate e spaccate a pezzi. Prima di tutto mi chiedo come tu, pizzaiolo di Regginella, possa credere che i tuoi clienti non siano in grado di distinguere le nocciole dai pistacchi. Poi mi chiedo perché, invece di far finta di niente, sperando che non me ne accorgessi, non mi hai avvertita. A mia richiesta di spiegazioni mi è stato semplicemente riposto “Eh Signo’, il pistacchio è finito e me so’ scurdà d’avvertirla’”. Oltre a questo, non ho troppo gradito l’affumicatura della provola, per me troppo marcata e coprente.

A parte questo “incidente di percorso”, direi comunque che nel complesso tutte le pizze erano gustose, così come gli antipasti e i dolci ordinati (molti della tradizione napoletana).  Una cosa però è certa:  se dovessi tornare in questa pizzeria non ordinerò più una pizza alla nocciola… di Bronte!


PIZZERIA REGGINELLA

Via di Gello, 132 – Pisa

Tel. 050/564400

il conto (2 parti di 3... ma il 3° scontrino non è stato mai rintracciato)

il conto (2 parti di 3… ma il 3° scontrino non è stato mai rintracciato)

ZenZero, dove la spocchia è di casa.

Schermata 2015-02-02 alle 18.27.21Dopo aver cenato da ZenZero, pizzeria di Vecchiano (Pi), nel Gennaio 2014 ero curiosa di riassaggiare le uniche pizze gourmet della provincia, accompagnate da una buona selezione di bevande (leggi: vini veri, birre artigianali).

Nonostante l’eccessivo ricarico sugli ingredienti, non completamente giustificato dalla qualità, che porta ad avere avere in carta la pizza ad un prezzo di partenza di 12 euro min, ho deciso di provare a prenotare un tavolo.

Il locale non è grande e quindi riuscire a trovare posto è sempre difficile. Ho provato a prenotare più volte, per il giorno stesso, sempre senza risultato, accorgendomi che era la “stratega” sbagliata. Finalmente oggi ho deciso di chiamare per prenotare un tavolo per 8 persone per domenica (sperando che muovendomi con 2 giorni di anticipo sarei riuscita nel mio intento.)

Risultato? Sebbene il locale avesse ancora disponibilità di posti, la mia prenotazione non è andata a buon fine con la motivazione che “la pizzeria non accetta gruppi alle ore 20:30”.

Sorvolando sulla definizione di “gruppo” (personalmente non considero 8 amici un “gruppo”, ma è pur vero che non si tratta di una coppia) mi chiedo: quale strategia sta dietro il rifiuto di una prenotazione per 8 persone se hai ancora il locale disponibile? per quale motivo un “gruppo” alle 20:30 ti avrebbe bloccato il lavoro? Cosa speri di guadagnare in più?

Purtroppo riesco solo a rispondermi che la “ricerca” gastronomica che sta alla base della filosofia di questa pizzeria è in realtà una mera strategia volta al profitto, non supportata da una vera passione per la ristorazione e sostenuta da una profonda scortesia.

Che gran peccato.


PIZZERIA ZENZERO

Via Argine Vecchio, 87/A – Vecchiano (Pi)

Tel. 050/864357

Altro che campanaro, Martino è un pizzaiolo!

Una pizza di cui tutti parlano in città, non poteva non essere assaggiata anche da noi. E così, ieri sera, con un gruppo di amici, siamo andati per la prima volta alla Pizzeria Martino di Pisa.

La pizzeria è situata in una traversa, a fondo chiuso, di Via San Martino, in centro storico, in un angolo di città che ha un’atmosfera da piccolo paese.

Attila

Attila

Barbapapà

Barbapapà

Un’unica sala di media dimensione, senza identità, ma nel complesso accogliente: pareti con sasso a vista, eco-lampadari lievemente kitsch creati con bicchieri di plastica, radio locale come colonna sonora. All’esterno un pergolato lascia intuire che nella stagione calda ci sia spazio per mangiare all’aperto.

I proprietari, napoletani, propongono un menù “partenopeo” ampio e originale: tranne le poche “canoniche”, tutte le pizze hanno nomi di personaggi storici, dei cartoons ecc.  e sono create con combinazioni originali di ingredienti (c’è la sezione “dietetiche” tra cui si legge di una pizza con la trippa!). Oltre alle pizze anche calzoni e panuozzi (che non abbiamo ordinato, ma abbiamo spiato nei tavoli a fianco… e all’occhio facevano una gran figura!). Fanno anche pizze per l’asporto e consegna a domicilio.

Re Ferdinando

Re Ferdinando

Veniamo al nostro ordine: due Attila, pizza bianca con mozzarella, radicchio, speck e gorgonzola, una Re Ferdinando, pizza bianca con bufala, friarielli e salsicci, una Heidi, pizza bianca con mozzarella, speck, gorgonzola, porcini, pomodorini e noci, una Barbapapà, pizza bianca con mozzarella, patate al forno, pancetta, pomodorini, rosmarino, olio extravergine, grana grattugiato, e una Pinocchio, pizza rossa con salsa di pomodoro, mozzarella di bufala, pomodorini, salamino piccante, grana a scaglie, basilico fresco. Da bere abbiamo scelto acqua e qualche birra Franziskaner in bottiglia da 0,5 lit, notando che i proprietari danno scarsa attenzione alla qualità delle bevande offerte (varietà di bibite e birre tra spina e bottiglie, ma tutte di tipo industriale).

Pinocchio

Pinocchio

Heidi

Heidi

Delle due pizze che ho assaggiato (Attila e Re Ferdinando) posso dire che: la cottura era corretta, anche se le macchie di leopardo sulla base erano a volte un po’ troppo scure (leggi, bruciacchiate), la pasta morbida, con un bel cornicione. Gli ingredienti ottimi e il condimento abbondante. Nel complesso davvero due buone pizze, ad un prezzo onesto! …e posso confermare lo stesso giudizio anche per i miei amici! (unica nota negativa: la salsa di pomodoro della Pinocchio.)

Bravo “Martino”, altro che campanaro. E’ la pizza la tua vera vocazione!


PIZZERIA MARTINO

Piazzetta del Crocifisso, 4 – Pisa

Tel. 050/8667391

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il conto

 

 

Se il Gambero va a L’Oliveta…

Anno nuovo, nuovi progetti! E così ieri abbiamo deciso di cominciare la nostra avventura “pizzaria”. Lo spunto per la partenza ci viene fornito dalla regina dei consigli in ambito gastronomico, la Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, che per la nostra provincia (Pisa!) segnala una pizzeria fuori città, L’Oliveta in località Avane.

Anche se la guida non assegna alla pizzeria nessun premio particolare, crediamo che meriti di essere visitata anche semplicemente per il fatto di essere menzionata in quelle pagine.

il menu delle pizze

il menu delle pizze

Prenotiamo un tavolo per due ed arriviamo quando la sala non è ancora colma. Ambiente accogliente, curato, in linea con la tradizione toscana. Sul fondo della sala, leggermente in disparte, il forno a legna.

Da subito però ci accorgiamo che qualcosa non andrà come previsto… eppure abbiamo letto bene, il Gambero ha scelto di dedicare una pagina proprio a questa osteria.

Il menù delle pizze è limitato e anche se il pizzaiolo può comporre i gusti dei clienti (sempre che gli ingredienti siano disponibili) si nota una totale assenza di creatività e propositività.

Prendiamo una 4 formaggi bianca e una focaccia crudo e mozzarella. La pizza arriva con una decozione di basilico fresco, il condimento è saporito, forse si sentono un po’ troppo i toni dolci della ricotta (?). La focaccia ha una dimensione giusta, all’interno un buon prosciutto toscano.

La pizza è “all’italiana”, ma con una base troppo friabile, impossibile da tagliare senza sgretolarla.

4 Formaggi

4 formaggi

Focaccia crudo e mozzarella

focaccia crudo e mozzarella

Da bere abbiamo ordinato birra alla spina (Forst?) e acqua. Purtroppo i gestori, mentre sembrano prestare attenzione alle etichette di vino, non hanno dato alcuno spazio, al momento, alla birra artigianale.

L’Oliveta, probabilmente ha una vocazione molto più da osteria, motivo per la quale è diventata famosa negli anni ma l’esperienza “pizza” è stata mediocre e senza qualcosa per la quale valga di essere consigliata.

Viene da chiedersi come mai sia stata indicata sulla guida. Probabilmente, se il Gambero va a L’Oliveta… è perché ha sbagliato strada!


L’OLIVETA – ANTICA OSTERIA

Via Casapieri, 55 – Avane (Pi)

Tel. 050/864210

il conto

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