Questa settimana abbiamo scelto di assaggiare la pizza di Regginella, pizzeria conosciuta a Pisa, leggermente distante dalle strade della movida cittadina ma ugualmente frequentata soprattutto da studenti e militari (data la vicinanza con la SMIPAR, la Scuola Militare di Paracadutismo).
Credevamo, optando per una cena domenicale, che avremmo evitato l’eccessiva confusione… Peccato non aver calcolato un ulteriore elemento di “disturbo”: il maxi televisore che posizionato nell’unica sala della pizzeria ha trasmesso il posticipo della Serie A di calcio, catturando l’attenzione di molti (tra cui alcuni dei miei commensali!).
La sala in cui si mangia è praticamente unica (e questo potrebbe essere un problema nei giorni più affollati), l’arredamento semplice ricorda quello di una trattoria con qualche anno d’eta (forse anche per l’assenza del forno per le pizze, che si trova in un altro ambiente – di sola cottura e vendita per asporto-, collegato con una porta alla sala principale), alle pareti i paralumi decorati con le immagini di una Napoli antica illuminano a giorno l’ambiente. E’ evidente che i gestori non prestano troppa attenzione all’ “immagine” del locale, un esempio su tutti: componendo il nostro tavolo grazie a tre tavolini quadrati è stato scelto, in maniera buffa, di tenere il tavolo più piccolo e più basso in posizione centrale… credo più per disattenzione che per ricerca di simmetria!
Ci sediamo stando attenti ai nostri gomiti (quanto fanno male i colpi presi negli spigoli!?) e prima ancora di avere il tempo di chiedere il menù il padrone di casa, con un talento che solo i migliori venditori hanno, ci convince ad ordinare “qualche” antipasto: crocchette, carciofi fritti, frittelle di formaggio, polpo e patate, bocconcini di bufala, olive, pomodori secchi, scamorzine fresche affumicate… Tutto molto buono, non c’è che dire, ma se l’obiettivo era assaggiare e valutare delle pizze, questa entrata ci rovina sia il gusto, perché da Regginella si è molto generosi con l’aglio!, che lo stomaco, perché per far spazio a tutti quei bocconcini ci resta poco appetito per il piatto principale!
Dopo aver ordinato un po’ d’acqua e qualche birra alla spina (nessuna traccia di birre artigianali o vini di qualità) è il momento di scegliere le pizze, non prima però di aver cercato di interpretare degli strani simboli sul menù, una specie di codice segreto, un semaforo a soli due colori, totalmente indecifrabile: un pallino bianco e/o un pallino rosso affiancati ai nomi delle pizze. Che servano a distinguere le pizze bianche dalle rosse? Oppure le rosse con salsa da quelle con pomodori a fette? O ancora le rosse che possono trasformarsi in bianche e viceversa? Ai posteri l’ardua sentenza.
Veniamo all’ordine: una Surriento, con pomodorini freschi, funghi porcini, provola di bufala e basilico, due Mergellina, con mozzarella, friarielli, salsiccia fresca e basilico, una Spacca Napoli, con salsa di pomodoro, mozzarella, prosciutto cotto, funghi e basilico, una Ortolana (chiamata anche Edoardo… a seconda di chi prende la comanda), con mozzarella e verdure miste della casa e una Trinacria, con provola di bufala, pomodorini, pistacchi di Bronte, love, capperi e acciughe.
All’esame visivo devo ammettere che hanno tutte un ottimo aspetto ma il mio palato mi permette di giudicare solo le due che ho potuto assaggiare: Mergellina e Trinacria. Entrambe ben cotte, hanno una forma leggermente irregolare e un bel cornicione, forse un po’ troppo “gommoso”. La macchiatura sotto è uniforme e senza bruciature (ma non vale per tutte le pizze al mio tavolo!). Anche se la pizza con i friarielli è sempre una delle mie scelte preferite, di questa non ho apprezzato l’utilizzo della salsiccia fresca (la avrei preferita leggermente cotta, magari saltata insieme alla verdura) e l’eccessiva spinta amaricante dei broccoli.
Sulla Trinacria invece si è creato un vero problema.
Avevo scelto questa pizza proprio per la presenza dei pistacchi, ma una volta nel piatto cosa trovo? Nocciole! Sì, acciughe, capperi e… nocciole! No, non granella, proprio nocciole sgusciate e spaccate a pezzi. Prima di tutto mi chiedo come tu, pizzaiolo di Regginella, possa credere che i tuoi clienti non siano in grado di distinguere le nocciole dai pistacchi. Poi mi chiedo perché, invece di far finta di niente, sperando che non me ne accorgessi, non mi hai avvertita. A mia richiesta di spiegazioni mi è stato semplicemente riposto “Eh Signo’, il pistacchio è finito e me so’ scurdà d’avvertirla’”. Oltre a questo, non ho troppo gradito l’affumicatura della provola, per me troppo marcata e coprente.
A parte questo “incidente di percorso”, direi comunque che nel complesso tutte le pizze erano gustose, così come gli antipasti e i dolci ordinati (molti della tradizione napoletana). Una cosa però è certa: se dovessi tornare in questa pizzeria non ordinerò più una pizza alla nocciola… di Bronte!
PIZZERIA REGGINELLA
Via di Gello, 132 – Pisa
Tel. 050/564400